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Perché consiglio (e sconsiglio) “L’era dell’intelligenza artificiale” di Kissinger, Schmidt e Huttenlocher

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Tra i tanti libri che stanno uscendo sull’intelligenza artificiale, uno in particolare ha attratto la mia attenzione: “L’era dell’intelligenza artificiale. Il futuro dell’identità umana“. Soprattutto per le tre firme che ho visto in copertina.

    • Il centenario Kissinger è l’ex Segretario di Stato Usa
    • Schmidt è stato Ceo di Google
    • Huttenlocher è un decano del Massachusetts Institute of Technology

Il libro è un’indagine sulle implicazioni dell’intelligenza artificiale nella nostra società, e chiude con uno sguardo al futuro. Gli autori esplorano una vasta gamma di temi: dalla filosofia alla tecnologia, dalla sicurezza all’etica, per offrire una panoramica completa di come l’IA stia cambiando il nostro modo di vivere, pensare e interagire con il mondo.

Due esempi di innovazioni tecniche

Il libro inizia con esempi concreti di come l’IA ha già iniziato a rivoluzionare vari settori. Per esempio insiste molto sull’esempio di AlphaZero di Google DeepMind: un’IA che ha battuto Stockfish al gioco Go nel 2017, è stato in grado di farlo con solo quattro ore di auto-allenamento. Questo dimostra la capacità dell’IA di riconoscere modelli e generare mosse mai immaginate prima: mi ha molto colpito il caso del sacrificio della regina in una partita di scacchi, mossa strategica difficilmente percorribile per un umano.

Un altro esempio significativo è l’uso dell’IA nel campo medico. Nel 2020, il MIT ha scoperto un nuovo antibiotico, Halicina, in grado di sconfiggere ceppi batterici resistenti, grazie all’uso dell’intelligenza artificiale. Sorprendentemente, i ricercatori non sanno esattamente perché funzioni, il che solleva interrogativi sulla comprensione umana delle decisioni prese dall’IA.

Impatto sociale e filosofico

Gli autori puntano forte sulle implicazioni della rivoluzione IA. Sottolineano che, a differenza di altre innovazioni tecnologiche, l’intelligenza artificiale abbia il potenziale per trasformare la struttura sociale e politica. Non è solo un cambio di strumento, come passare dal cavallo all’automobile, ma una trasformazione radicale che influenzerà tutti gli ambiti dell’esperienza umana. L’IA pone domande fondamentali sulla natura dell’essere umano e sul nostro ruolo in un mondo sempre più dominato dalle macchine.

Perché leggerlo (e perché no)

Consiglio il libro per questi motivi:

  • “L’era dell’intelligenza artificiale e il nostro futuro” è un libro introduttivo, utile per chiunque sia interessato all’impatto dell’IA sulla società. Offre una panoramica abbastanza completa delle opportunità e delle sfide che questa tecnologia presenta, esplorando sia gli aspetti tecnici che quelli filosofici.
  • Si notano i diversi punti di vista degli autori: tecnologia, filosofia, sociologia, geopolitica, storia, ecc.
  • È sufficientemente breve e scorrevole.

Perché eviarlo:

  • È un libro molto basico. Eppure non costituisce una vera introduzione all’IA, presuppone che si conosca già il fenomeno.
  • A volte è prolisso, per esempio la parte su politica e cyberwar l’avrei ridotta alla metà.
  • È ripetitivo: l’esempio dell’halicina mi è uscito dagli occhi. Mi sarebbe piaciuto trovare molti altri esempi e casi di studio.

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Parla con il mio chatbot: chiedi quello che vuoi sui miei libri

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Da qualche anno tengo corsi sull’A.I. generativa, ma è dall’esplosione di ChatGPT alla fine del 2022, che ho iniziato a sperimentare quotidianamente chatbot, generatori di testi e altro. Sto testando diversi chatbot, soprattutto alimentandoli con i miei contenuti. In questo caso ho dato in pasto a Dante AI una ventina di miei libri (da Questo titolo spacca a Musica Liquida, da Anche i nerd nel loro piccolo sghignazzano a Guida calcistica di LinkedIn), lui li ha digeriti e ora puoi interrogarlo su tutti quei contenuti. Qualche esempio di domanda che puoi fargli? Eccoli:

  • Leggimi 5 battute tecnologiche
  • Che cosa si intende per LinkedIn SEO?
  • Come posso scrivere titoli online più efficaci?

Parla con il mio chatbot

Ed ecco il mio chatbot a tua completa disposizione. Interrogalo in italiano (ma anche in altre lingue) in “Write your message”.

I tool per clonarsi

Stavo testando diversi strumenti per creare chatbot personalizzati (per esempio whismer.com oppure igenius.ai) quando mi sono imbattuto negli ottimi Dante AI e ChatBase. Il chatbot che vedi sopra è di ChatBase. Ora ti mostro come creare una cosa simile anche con Dante.
La promessa nella home page di Dante era intrigante: “Chatbot basato su GPT personalizzato e alimentato con i tuoi dati. Zero programmazione. Condividilo sul tuo sito in pochi minuti”.

 

Sembrava un miraggio poter creare, addestrare e implementare un chatbot personalizzato in soli cinque minuti, ma così è stato. Questo strumento basato sull’intelligenza artificiale (e ChatGPT) consente a chiunque, indipendentemente dalle competenze tecniche, di realizzare una chatbot su misura in pochi e semplici passaggi. Cosa che, fino allo scorso anno, avrebbe richiesto un team di sviluppatori e costi nell’ordine delle decine di migliaia di euro. Tra l’altro, Dante permette agli utenti più esperti di integrare il chatbot personalizzato in una serie di altre applicazioni o piattaforme, come questo sito WordPress.

Una nota per chi volesse provarlo: Dante offre un piano gratuito che dà agli utenti accesso al modello GPT-3.5-Turbo, insieme a 30 crediti/messaggio al mese. Dante offre anche piani a pagamento a partire da soli 10 dollari al mese: il piano che ho sottoscritto io (ma che non mi consente di personalizzare il chatbot che vedi qui sotto).

Il training per la knowledge base

Con Dante, gli utenti possono addestrare il chatbot utilizzando una vasta gamma di tipi di dati. È possibile alimentarla con vari formati di file, siti web, immagini e video, creando così una base di conoscenza adattata alle specifiche esigenze. Io ho scelto i miei libri.

Per istruire il chatbot di Dante AI gli ho fornito la versione DOC dei miei testi (che promettono di salvare in “secure and encrypted AWS servers”, vedi FAQ). Usare documenti “puliti”, e non PDF con impaginazioni “rognose”, è sempre meglio. La procedura di caricamento dei documenti nella knowledge base è semplicissima, basta prendere i file e trascinarli sul sito. Anche il training sui contenuti dura pochissimi secondi, dopo i quali il sistema è in grado di rispondere, in modo evoluto, a qualsiasi domanda riguardante i contenuti caricati. Può rispondere anche ad altre domande non pertinenti (tipo “Come si fa una pizza col cornicione ripieno?”), come farebbe ChatGPT (il cui motore sta alla base di Dante AI), ma il valore aggiunto del io chatbot sta ovviamente nella conoscenza specifica.

Ecco qui la schermata che conferma la conclusione del training sui miei dati:

Ecco qui invece il prompt che Dante AI usa per interrogare quella base di dati:

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Intelligenza artificiale, singolarità e superintelligenza: due libri del passato per capire il futuro

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Dal boom di ChatGPT non si fa altro che parlare di intelligenza artificiale. Ci sono gli integrati (entusiasti, come me) e ci sono gli apocalittici, quelli che vogliono bloccare lo sviluppo dell’A.I. per questo (privacy) o quel motivo (sicurezza), temono la perdita di milioni di posti di lavoro se non, addirittura, l’estinzione della razza umana. Credo valga la pena saperne il più possibile, quindi bisogna mettersi a studiare (fino a quando non saranno delle AI maggiordomi a farlo per noi). In questo video suggerisco di leggere due libri del passato per capire implicazioni e rischi dell’intelligenza artificiale:

Buona visione (e buona lettura).

Come comunicare la sostenibilità aziendale: l’esempio di Patagonia

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Nel libro “Let my people go surfing“, il Ceo di Patagonia Yvon Chouinard racconta la storia dell’azienda ma soprattutto i suoi valori.
In questo video mostro come Patagonia non si limiti alle chiacchiere, ma dimostri il rispetto per l’ambiente e le persone con azioni concrete, campagne pubblicitarie, scelte radicali e (NON) investimenti su Facebook:

[VIDEO] Serie TV, archetipi letterari e titoli online: da Breaking Bad ai titoli manzoniani e gattopardeschi

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Le serie TV sono la nuova letteratura, si dice: sicuramente pescano dai classici, dalle figure archetipiche come l’Odissea di Omero, l’Amleto shakespeariano o Sherlock Holmes.

Che cosa c’entra tutto questo con i titoli online?

Scoprilo nel video:

“Resistenza digitale”: il mio primo libro per Psicografici Editore [VIDEO]

Nel marzo del 2022 è uscito il mio primo libro per Psicografici Editore. In questo video racconto genesi e contenuti:

La sinossi del libro

Nell’era digitale, come diceva Rushkoff, non siamo utenti ma prodotti. Le multinazionali (per lo più americane) ci usano: raccolgono i nostri dati per fare profitto, ci profilano per vendere di più. Tutto questo a scapito della nostra privacy, spesso mettendo a repentaglio anche reputazione e sicurezza. Possiamo fare qualcosa per contrastare questo strapotere? La tecnologia non è solo il problema ma, volendo, anche la soluzione: per ogni software che ci sfrutta (qualcuno parla addirittura di “plusvalore digitale”) ne esistono altri, spesso liberi e gratuiti, che permettono di tornare in controllo della nostra vita digitale. Questo libro vuole essere un’introduzione al tema, alla portata di tutti: un esperimento di alfabetizzazione digitale con tanti esempi pratici, decine di trucchi e strumenti pronti all’uso.

La cover del libro

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Dove comprare il libro?

Resistenza digitale può essere acquistato direttamente sul sito di Psicografici Editore. Ed è disponibile su tutte le maggiori piattaforme di e-commerce.

[VIDEO] I 10 titoli di libri più brutti di sempre

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In questo video della serie “Cultura e digitale” prendo spunto da una citazione di Schopenauer per mostrare i libri più brutti di sempre, per titolo e cover:

Alla fine parlo del mio testo per Editrice Bibliografica:

 

 

Promuovere i libri con LinkedIn [intervista per il libro di Davide Giansoldati]

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Il 12 novembre 2020 è uscito il libro “Promuovere e raccontare i libri online“, testo di Editrice Bibliografica.

L’autore, Davide Giansoldati, mi aveva chiesto di dare un contributo. Ho scritto un paragrafo su come un autore può usare LinkedIn per promuovere il proprio testo. Eccolo:

LinkedIn è il social professionale per eccellenza: ormai ce ne siamo accorti anche in Italia, dove si registrano oltre 14 milioni di utenti. LinkedIn è sia un social network – una rete di collegamenti – ma anche un social media – uno strumento di comunicazione, di distribuzione (e scoperta) dei contenuti. Un luogo d’elezione anche per promuovere il proprio libro, a patto di farlo nel modo corretto.

Prima di tutto occorre sistemare il profilo personale per evidenziare il fatto che si è autori e il campo d’azione già a partire dalla headline, lo spazio vicino alla foto profilo (scrivere semplicemente “scrittrice” non ha alcun senso). Si può creare un banner con la foto della copertina del libro (magari un’istantanea di un firma-copie o di un’intervista a un festival). Occorre necessariamente inserire, nei Traguardi raggiunti, la nuova pubblicazione. Magari la pubblicazione è anche frutto di un progetto di ricerca, giornalistico, investigativo: vi è una sezione in LinkedIn anche per questo. Occorre poi disseminare il profilo di “parole chiave” inerenti il proprio lavoro. Il testo riguarda i fortini della prima guerra mondiale? Trova tutti i termini correlati (Grande guerra? Trincee?) e spargili qua e là.

Dopo la fase di posizionamento, viene quella più importante: la strategia legata ai contenuti. Ma c’è un problema: la stragrande maggioranza degli autori ha un ego importante! Lo so, sono autore anche io e il mio ego a volte risulta ipertrofico (questa frase l’ha scritto lui, non io). Questo è un limite nella fase di promozione del proprio testo. Una volta Dino Risi disse: “Quando vedo un lavoro di Nanni Moretti, mi viene sempre voglia di dirgli: spòstati e fammi vedere il film”. Ecco, caro autore, spostati perché non vedo la tua opera. Fai un passo indietro e dai valore: fammi vedere dei video (si possono caricare nativamente su LinkedIn dal 2019) dove non vendi il libro come in una televendita di materassi con in regalo una bici con cambio Shimano, ma dove parli del tema. Se è un saggio, parla del problema. Se è un romanzo, parla della storia e dei personaggi. Quando le biblioteche organizzano serate per la presentazione dei miei libri chiamandole “incontro con l’autore”, resisto e chiedo gentilmente di porre invece enfasi su un problema: per esempio, l’uso disfunzionale della tecnologia in famiglia. Ovviamente a meno che tu non sia Barbero o Baricco. Sempre a proposito di contenuti, non si parla solo di video: ideali anche link a interviste, infografiche, podcast e documenti: da qualche tempo si possono caricare anche PDF, perché non regalare un capitolo d’assaggio?

Butto lì una pillola di comunicazione persuasiva: non bisogna mai dire che il libro è interessante, sarebbe sgradevole e autoreferenziale. Non bisogna dirlo ma dimostrarlo! Per esempio se dicessi che il mio libro è stato piratato (si può scrivere “piratato” in questo testo?) allora nella testa di chi legge dovrebbe emergere l’idea, spontanea e quindi più forte, che se il libro meritava un’azione criminale a scopo di condivisione con altri online, allora è interessante davvero. Usare la “riprova sociale” di Cialdini è sempre una gran bella idea.

Chiudo con una considerazione: LinkedIn è anche un ruolo di relazione eccezionale. Un autore dovrebbe puntare forte anche su quello: non scriviamo per noi stessi.

Neuromarketing: 7 libri che devi assolutamente leggere

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Al termine dei miei corsi di “Neuromarketing per la creazione di contenuti social” i partecipanti mi chiedono sempre come approfondire questi interessanti temi. Allora ho preparato un video per presentare, tra i tanti, quali sono i sette libri fondamentali:

I link Amazon

Ecco i link dei testi:

  1. Il codice della persuasione
  2. Design diabolico
  3. Pensieri lenti e veloci
  4. Neuromarketing in pratica
  5. Pre-suasione
  6. Don’t make me think
  7. Neuromarketing

Informazioni sul corso

Scrivimi per info sul corso di neuromarketing per la creazione di contenuti social

[VIDEO] Comunicazione digitale: dieci libri indispensabili (più uno)

Sono moltissimi i testi che si pubblicano ogni anno sulla comunicazione ma solo alcuni sono diventati dei classici o comunque aggiungono qualcosa di davvero sostanziale. Tre le decine, forse centinaia che ho studiato, ne ho scelti 10. Anzi 11 (alla fine del video scoprirai perché). Si parla di personal branding, marketing, neuromarketing, psicologia, Web writing, storytelling, public speaking e altro ancora. Buona visione e buona lettura.

PS: nel video ne cito un altro sui dieci libri che mi hanno cambiato la vita; lo trovi qui: