Gamification per formazione ed eventi: il case study “Campus Psichiatria 2021”
Nell’ottobre 2021 sono stato invitato a Roma all’evento “Campus Psichiatria” di Angelini. Il mio compito era quello di parlare agli specializzandi di comunicazione digitale. Dopo una fase preparatoria di un mese, con contenuti sul personal branding (eBook e videopillole su LinkedIn) e due speech (uno online e uno in presenza sulla comunicazione online), il 12 e 13 ottobre si sono svolti i workshop in presenza. In particolare abbiamo progettato e organizzato due workshop:
- Divulgare contenuti scientifici su LinkedIn
- La caccia alla fake news
Per rendere più coinvolgente i workshop abbiamo pensato di introdurre l’elemento ludico (gamification).
Il gioco della creazione di un post LinkedIn di divulgazione scientifica
Gli 80 partecipanti al workshop, dopo aver seguito due mie relazioni su “7 errori da non commettere su LinkedIn” e “LinkedIn come social media: l’uso strategico dei contenuti (e la lotta alle bufale online)”, sono stati divisi in gruppi. Nelle quattro sale, i partecipanti sono stati divisi ulteriormente in altri quattro gruppi. Quindi vi erano 16 gruppi in tutto.
Il primo esercizio che hanno affrontato era sulla creazione di un post LinkedIn. Il comitato scientifico, composto da professori e direttori delle scuole di specializzazione di psichiatria, hanno selezionato quattro articoli scientifici, uno per saletta, sui seguenti argomenti: depressione, schizofrenia e disturbo bipolare. Ecco un esempio di articolo:
I ragazzi dovevano leggere l’articolo e trasformarlo in un post per LinkedIn di massimo 1.000 battute (in italiano). I post, caricati su una piattaforma online creata ad hoc, sono poi stati valutati tecnicamente (efficacia del messaggio, tecnicismi LinkedIn come hashtag, menzioni e call to action, ecc.) per poter sceglierne uno solo per sala: questo sarebbe poi stato valutato nuovamente, in plenaria, da comitato tecnico e comitato scientifico, grazie a schede di valutazione con diversi criteri e punteggi. Tra i quattro post finalisti, dopo presentazione da parte dei ragazzi e commento degli addetti ai lavori, è stato poi scelto il migliore per premiare il gruppo vincitore.
Il gioco della caccia alle bufale
Sempre nelle salette, i diversi gruppi si sono poi cimentati nel gioco della caccia alle bufale. Il comitato scientifico aveva scelto quattro notizie, pescate in Rete, sui social, su riviste non specializzate. Per esempio questa:
Durante la plenaria ho spiegato il metodo Trinchero per l’individuazione e l’analisi delle fake news. Consiste in dieci criteri di valutazione:
- Accuratezza sito
- Aggiornamento, data
- Chiarezza. Si capisce a chi è rivolto?
- Coerenza interna. Cita le fonti? Sono attendibili o di parte?
- Coerenza esterna. I dati citati sono confermati anche da altre fonti siti giornali? Almeno 3
- Completezza. Le informazioni sono esaurienti complete o scarse?
- Controllabilità. I fatti sono separati da opinioni?
- L’autore. È conosciuto? È esperto dei temi trattati?
- Trasparenza. L’autore è rintracciabile? C’è un responsabile del sito
- Valore aggiunto. Le informazioni sono pertinenti col tema trattato utili per i lettori
I ragazzi dovevano compilare una scheda anzitutto dicendo se la notizia era vera o falsa, e soprattutto motivare il perché. Il comitato tecnico e quello scientifico hanno poi giudicato l’accuratezza dell’esposizione e soprattutto le fonti citate. Anche in questo caso, dopo la presentazione in plenaria, è stato premiato il gruppo che ha fatto il lavoro migliore sia dal punto di vista formale che sostanziale.