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“Migliorare la comunicazione a lavoro con l’Intelligenza Artificiale”: il mio nuovo corso per Edulia

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Dal sapere Treccani è nata Edulia Masterclass, la piattaforma di e-learning dedicata a chi vuole imparare sempre qualcosa di nuovo. Anche io ho preso parte al progetto realizzando il corso Migliorare la comunicazione a lavoro con l’intelligenza artificiale.

Il nuovo corso sulla comunicazione con l’AI

La comunicazione all’interno di un’azienda è essenziale per il successo dell’organizzazione, ma può anche essere un’attività impegnativa e complessa. Fortunatamente, l’AI può offrire nuovi strumenti per semplificare e migliorare la comunicazione professionale.

Descrizione del corso

Vuoi conoscere un nuovo strumento utile per il lavoro? Hai bisogno di rendere più efficiente la comunicazione all’interno dell’azienda? In questo corso, indirizzato a chi lavora, potrai comprendere come utilizzare l’intelligenza artificiale per facilitare e migliorare le comunicazioni che ogni giorno metti in atto con tecniche e strumenti tradizionali all’interno o all’esterno dell’azienda. L’obiettivo del corso è quello di fornire una panoramica sui modi in cui l’AI può aiutare a comunicare in modo più efficace, riducendo gli errori e aumentando l’efficienza.

  • Durata: 8 micro-moduli per il totale di un’ora di corso
  • Corso fruibile da ogni device in formato video e podcast
  • Certificato di completamento

L’accesso con lo sconto

Se Edulia vi incuriosisce e volete scoprire di più, vi lascio questo codice sconto del 30% da usare al momento dell’acquisto: bonanomi30

Gamification per formazione ed eventi: il case study “Campus Psichiatria 2021”

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Nell’ottobre 2021 sono stato invitato a Roma all’evento “Campus Psichiatria” di Angelini. Il mio compito era quello di parlare agli specializzandi di comunicazione digitale. Dopo una fase preparatoria di un mese, con contenuti sul personal branding (eBook e videopillole su LinkedIn) e due speech (uno online e uno in presenza sulla comunicazione online), il 12 e 13 ottobre si sono svolti i workshop in presenza. In particolare abbiamo progettato e organizzato due workshop:

  • Divulgare contenuti scientifici su LinkedIn
  • La caccia alla fake news

Per rendere più coinvolgente i workshop abbiamo pensato di introdurre l’elemento ludico (gamification).

Il gioco della creazione di un post LinkedIn di divulgazione scientifica

Gli 80 partecipanti al workshop, dopo aver seguito due mie relazioni su “7 errori da non commettere su LinkedIn” e “LinkedIn come social media: l’uso strategico dei contenuti (e la lotta alle bufale online)”, sono stati divisi in gruppi. Nelle quattro sale, i partecipanti sono stati divisi ulteriormente in altri quattro gruppi. Quindi vi erano 16 gruppi in tutto.

Il primo esercizio che hanno affrontato era sulla creazione di un post LinkedIn. Il comitato scientifico, composto da professori e direttori delle scuole di specializzazione di psichiatria, hanno selezionato quattro articoli scientifici, uno per saletta, sui seguenti argomenti: depressione, schizofrenia e disturbo bipolare. Ecco un esempio di articolo:

I ragazzi dovevano leggere l’articolo e trasformarlo in un post per LinkedIn di massimo 1.000 battute (in italiano). I post, caricati su una piattaforma online creata ad hoc, sono poi stati valutati tecnicamente (efficacia del messaggio, tecnicismi LinkedIn come hashtag, menzioni e call to action, ecc.) per poter sceglierne uno solo per sala: questo sarebbe poi stato valutato nuovamente, in plenaria, da comitato tecnico e comitato scientifico, grazie a schede di valutazione con diversi criteri e punteggi. Tra i quattro post finalisti, dopo presentazione da parte dei ragazzi e commento degli addetti ai lavori, è stato poi scelto il migliore per premiare il gruppo vincitore.

Il gioco della caccia alle bufale

Sempre nelle salette, i diversi gruppi si sono poi cimentati nel gioco della caccia alle bufale. Il comitato scientifico aveva scelto quattro notizie, pescate in Rete, sui social, su riviste non specializzate. Per esempio questa:

Durante la plenaria ho spiegato il metodo Trinchero per l’individuazione e l’analisi delle fake news. Consiste in dieci criteri di valutazione:

  1. Accuratezza sito
  2. Aggiornamento, data
  3. Chiarezza. Si capisce a chi è rivolto?
  4. Coerenza interna. Cita le fonti? Sono attendibili o di parte?
  5. Coerenza esterna. I dati citati sono confermati anche da altre fonti siti giornali? Almeno 3
  6. Completezza. Le informazioni sono esaurienti complete o scarse?
  7. Controllabilità. I fatti sono separati da opinioni?
  8. L’autore. È conosciuto? È esperto dei temi trattati?
  9. Trasparenza. L’autore è rintracciabile? C’è un responsabile del sito
  10. Valore aggiunto. Le informazioni sono pertinenti col tema trattato utili per i lettori

I ragazzi dovevano compilare una scheda anzitutto dicendo se la notizia era vera o falsa, e soprattutto motivare il perché. Il comitato tecnico e quello scientifico hanno poi giudicato l’accuratezza dell’esposizione e soprattutto le fonti citate. Anche in questo caso, dopo la presentazione in plenaria, è stato premiato il gruppo che ha fatto il lavoro migliore sia dal punto di vista formale che sostanziale.

 

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Corso LinkedIn per studenti e laureandi

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La prima volta che ho proposto di tenere un corso LinkedIn per chi non è ancora entrato nel mondo del lavoro, studenti e laureandi, i responsabili della formazione di scuole e università mi hanno regalato uno sguardo perplesso: a che cosa serve un social network professionale per chi non ha ancora una professione?

Qui viene il bello. LinkedIn serve a uno studente per tre motivi diversi:

  1. La costruzione della propria carriera professionale inizia prima di entrare nel mondo del lavoro
  2. Chiunque, anche un under 20, ha una reputazione digitale da monitorare e, spesso, da costruire da zero
  3. Molto spesso i recruiter, in alcuni settori, cercano risorse talmente junior che non sono ancora laureate o diplomate (succede per esempio con informatici, programmatori, ingegneri, tecnici e così via)

Per questi motivi, insegnare le basi della comunicazione e reputazione digitale, declinati come corso sull’uso strategico di LinkedIn, è fondamentale.

Il corso sull’uso strategico di LinkedIn per laureandi da 3 ore

Il corso può avere durate diverse:

  • Un solo incontro di tre ore
  • Tre incontri di tre ore

Nel primo caso, un solo incontro, i temi sono i seguenti:

• Introduzione al tema della reputazione digitale
• Introduzione a LinkedIn
• Uso strategico di LinkedIn e posizionamento professionale degli specializzandi
• Ottimizzazione del profilo
• LinkedIn SEO: posizionamento dei profili con le keyword giuste
• Ampliare la rete di collegamenti
• Ricerca del lavoro online

Il corso sull’uso strategico di LinkedIn per laureandi da 3 incontri

Nel caso del corso che prevede tre incontri, eventualmente da organizzare anche online, i temi sono i seguenti:

1° INCONTRO: RICERCA DEL LAVORO ONLINE E REPUTAZIONE DIGITALE

La selezione del personale nel mondo del lavoro è completamente cambiata con la digitalizzazione e l’esplosione dei social: temi quali software di recruiting (ATS), social recruiting, digital reputation sono ormai imprescindibili. Il corso si concentra sul tema della reputazione online: saranno mostrati casi di studio, strumenti e indicazioni pratiche.

2° INCONTRO: L’USO STRATEGICO DI LINKEDIN

LinkedIn è ormai usato da 15 milioni di professionisti italiani. Come usarlo per posizionarsi correttamente e come usarlo per fare networking, pubblicare e risultare appetibili (e autorevoli) sul mercato del lavoro pur non avendo ancora iniziato la propria carriera? L’incontro si basa sul metodo LinkedIn10C.

3° incontro: CONTENUTI LINKEDIN + CHECK-UP DEI PROFILI + DOMANDE & RISPOSTE

Il terzo incontro, dopo aver affrontato il tema di come pubblicare su LinkedIn per rendersi interessanti, serve per raccogliere le domande degli studenti e per controllare il lavoro fatto sui profili LinkedIn.

L’esempio del corso per la facoltà di Scienza del Materiali dell’Università di Padova

Nel settembre 2021 la facoltà di Scienza del Materiali dell’Università di Padova mi ha coinvolgo nel percorso “Il Lavoro degli Scienziati dei Materiali: Orientamento e Networking Alunni-Alumni”:

Ecco il volantino dell’iniziativa:

Shaping_World_Class_University_Scienza_dei_Materiali

 

LinkedIn per neolaureati: 10 dritte

I corsi possono essere molto utili anche per chi ha appena concluso gli studi. In questo articolo si trovano dieci dritte per l’ottimizzazione del profilo LinkedIn di un neolaureato:

Scrivimi per organizzare un corso LinkedIn nella tua scuola o università

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Il corso di Web writing per insegnanti

In collaborazione con l’associazione Impara Digitale di Dianora Bardi ho realizzato un corso di scrittura per il Web e per i social per insegnanti (di ogni ordine e grado). Il corso dà diritto alla certificazione per 20 ore.

 

Il corso è in offerta fino alla fine di agosto 2020:

Il corso mira a far acquisire le seguenti competenze:

  • Comprendere le differenze tra la  lettura e la scrittura su carta e  sul web
  • Comprendere i livelli di attenzione e cosa sottende alla lettura si un testo sul web
  • Acquisire strumenti per scrivere correttamente sul web (social, blog, siti etc..)
  • Comunicare con nuovi linguaggi
  • Imparare a interagire, organizzare, programmare
  • Imparare le regole che sottendono ad Internet
  • Sviluppare creatività

Argomenti:

  • La lettura e la scrittura sul cartaceo e sul web: un po’ di letteratura
  • Analisi delle positività e delle criticità della scrittura e lettura su carta e sul digitale
  • Caratteristiche del Web writing
  • Suggerimenti per una scrittura online efficace
  • Come si scrive un titolo che spacca
  • Come si scrive per i social
  • I ferri del mestiere

PROGRAMMA DEL CORSO

Contenuti del corso 

  • Leggere e scrivere sul digitale e sul cartaceo: idee e ricerche a confronto
  • Perchè questo corso potrà essere utile nella didattica
  • Come si legge online
  • Le caratteristiche della scrittura online
  • Le regole di Miller
  • Le altre regole della scrittura online
  • Spunti psicologici e di copywriting
  • I titoli
  • Le mail: 5 cose da sapere
  • Scrivere per i social
  • I ferri del mestiere per scrivere online
  • Bibliografia

COMUNICAZIONE DIGITALE E SOCIAL, SERVONO DAVVERO NELLE AZIENDE? [Intervista per Sesvil University]

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A margine della presentazione del percorso “Digital Skill per la Comunicazione e lo Sviluppo del Business” che terrò presso la Sesvil University di Brescia, sono stato intervistato sul tema “Comunicazione digitale e social, servono davvero alle aziende?”.
Ecco l’intervista integrale pubblicata sul sito di Sesvil University.

[INTERVISTA]: COMUNICAZIONE DIGITALE E SOCIAL, SERVONO DAVVERO NELLE AZIENDE?

Non ci sono temi così attuali per le aziende come quelli della comunicazione digitale e dell’uso dei social per sviluppare il business aziendale. E’ evidente come l’era della digitalizzazione abbia trasformato le abitudini delle persone, che oggi passano oggi molto tempo sul web e sui social; per intercettare la loro attenzione le aziende devono saper “governare” l’uso dei canali di comunicazione .

Purtroppo, però, molte aziende non stanno ancora investendo le risorse giuste, tra cui quelle nella formazione, per poter usare al meglio le opportunità del web e dei social. Approfondiamo questo tema nell’intervista a Gianluigi Bonanomi, Brand Journalist, Autore, Formatore del percorso Digital Skill per la Comunicazione e lo Sviluppo del Business di Sesvil University a Brescia.

  1. Si parla molto di comunicazione digitale e di social per sviluppare il business aziendale: ma parliamo di strategie e strumenti davvero utili per le aziende e in che modo?

La comunicazione digitale, inclusa quella social, è ormai una priorità per le aziende da diversi punti di vista e per diversi reparti. Può essere utile per posizionarsi sul mercato (brand positioning), farsi pubblicità (digital advertising), acquisire nuovi clienti (lead generation e social selling), comunicare con i clienti già acquisiti (nurturing e retention), gestire la reputazione digitale (brand reputation), ricevere feedback sui prodotti e servizi e governare le critiche (monitoring e social customer care), coinvolgere dipendenti (brand advocacy) e trovare nuovi talenti (employer branding).

È chiaro che c’è modo e modo di fare comunicazione digitale. Quando è improvvisata, senza una strategia (per esempio un piano editoriale) e tattiche conseguenti, rischia di essere inefficace, a volte addirittura controproducente.

 

  1. La Comunicazione Digitale è dunque essenziale per l’azienda, se gestita in modo adeguato. Parliamo del percorso progettato con Sesvil University: cosa lo rende unico e diverso?

Il percorso proposto con Sesvil University è stato progettato per lavorare su un doppio binario: da una parte dare delle competenze personali, dall’altro delle competenze aziendaliQuesto perché quando si parla di comunicazione digitale, e soprattutto di social, al centro ci sono sempre le persone.

Per esempio, se si cerca un’azienda su LinkedIn, prima si trovano le persone che vi lavorano. Se queste hanno un pessimo profilo personale, fanno danno a sé ma anche all’azienda. Quindi, per restare sul discorso LinkedIn, ci sarà una parte di ottimizzazione dei profili (con il metodo originale “LinkedIn10C”) e una parte di comunicazione corporate sulla pagina aziendale.

Per questi motivi il percorso è utile sia per chi lavora in azienda, ma anche per liberi professionisti. Direi che può risultare fondamentale anche per chi si occupa di comunicazione digitale in agenzie di P.R. o consulenti marketing.

Altra cosa che caratterizza il percorso è il lavoro su tre aspetti:

  1. strategia
  2. contenuti
  3. misurazione dei risultati

In ogni caso la comunicazione digitale oggi è diventata una skill fondamentale per qualsiasi professionista.

  1. Il primo modulo del percorso, Strategie di Comunicazione Digitale d’Impresa, si focalizza sulla scelta dei migliori canali web e sulla realizzazione di un piano editoriale efficace: ci puoi spiegare meglio a chi può servire questo modulo e come?

La strategia è fondamentale, perché lavorare solo su azioni tattiche, senza obiettivi chiari e raggiungibili, rischia di essere una perdita di tempo.

A volte titolari di impresa mi dicono: “Voglio andare su Instagram (o peggio, ultimamente, TikTok)!”. Io rispondo, provocatoriamente: “Perché?”. La contro-risposta è spesso desolante: “Perché ci sono i miei concorrenti”.

Tutto questo non ha alcun senso. Prima si parte dagli obiettivi, poi si stabiliscono quali sono i mezzi (per esempio il piano editoriale, cosa ben diversa dal calendario editoriale che ne è la realizzazione pratica), quindi i canali, per raggiungerli.

A proposito useremo la parte iniziale del percorso per raccontare il perché mettere al centro della propria strategia di comunicazione un social network è un errore.

 

  1. Il percorso prevede l’opportunità di sperimentare ciò che si apprende con esercitazioni pratiche ed anche la possibilità di approfondire i propri casi aziendali con sessioni formative extra one-to-one. Puoi darci qualche anteprima? Quanto queste modalità didattiche possono aiutare negli obiettivi della formazione?

La teoria senza pratica non ha alcun senso, figuriamoci in un corso di comunicazione digitale dove potremmo parlare per ore di algoritmi e best practice di Apple e simili senza che i partecipanti, poi, sappiano dove mettere le mani. Facciamo un esempio: esiste un metodo, chiamato C.A.R.P., per rispondere alle critiche online. Ma senza la prova pratica, l’applicazione sul campo, che senso avrebbe?

Altro esempio: che utilità avrebbe un corso sul public speaking senza dare la possibilità alle persone di preparare una propria presentazione e misurarsi con un discorso di fronte alla classe?

L’obiettivo formativo fondamentale è quello di rendere il più possibile autonomi i partecipanti al corso: devono mettersi in gioco. Dobbiamo metterci in gioco tutti.

Contatta Sesvil per Info: info@sesviluniversity.it | 0302942447

Web writing e corporate storytelling: i miei primi corsi per la Business School del Sole 24 ore

Grazie alla partnership tra Corsi Primopiano e 24ORE Business School, da settembre partiranno alcuni miei nuovi corsi tra Milano e Roma.
Ecco le prime date.

Corporate Storytelling
20/9 ROMA
8/10 MILANO

Scheda corso Corporate Storytelling

Il corso fornirà ai partecipanti una vera e propria “cassetta degli attrezzi” del corporate storyteller digitale, tra testi e multimedia, partendo dalla teoria e mettendo subito in pratica gli strumenti, le strategie e i tool più efficaci. Si affronteranno i seguenti argomenti:
•   Che cos’è lo storytelling aziendale?
•   Storie che funzionano
•   Esempi di storytelling corporate
•   Mission, vision e valori: la corporate identity
Esercitazioni pratiche su:
•   Mission e vision
•   Valori dell’azienda
•   Pagina “Chi siamo”
•   Gli archetipi
•   Tono di voce

WebWriting
26/9 MILANO
3/10 ROMA

Scheda corso Web writing

PROGRAMMA

Il corso affronterà i seguenti argomenti:
  • Differenze tra scrittura offline e online
  • Come si scrive per l’online
  • Il layout dei testi
  • La scrittura efficace con al centro il lettore
  • La scrittura persuasiva
  • Come si scrivono titoli efficaci
  • I modelli di titoli che funzionano
  • Le immagini a supporto dei testi
  • Call to action e conversioni
  • Evitare il click baiting
  • Gli errori da evitare
  • Lo storytelling
  • Scrivere per Facebook
  • Scrivere un tweet
  • Scrivere su Instagram
  • I testi su YouTube
  • Esercitazioni pratiche

Alla scoperta di LinkedIn Learning: intervista a Salvatore Nascarella

Salvatore Nascarella è un instructional designer. In pratica si occupa di progettazione della formazione ed è un esperto di e-learning. Per questo ho pensato a lui quando mi sono chiesto: ma LinkedIn Learning che cos’è e a che cosa serve? Queste le cinque risposte che ha dato alle mie domande.

Ciao Salvatore, da professionista dell’e-learning e della progettazione della formazione a distanza, come giudichi il progetto LinkedIn Learning?

Linkedin Learning è un contenitore di formazione di ottimo livello. Stiamo parlando di oltre 250.000 attività formative. Come si dice, tanta roba… Io mi occupo di e-learning e devo dire che ho sempre trovato corsi ben fatti, che si possono seguire facilmente anche quando si hanno pochi minuti liberi. Le unità didattiche in media durano meno di 10 minuti, il tempo di prendere un buon caffè o poco più, e spesso hanno uno stile simile per grafica e impostazione. Questo aspetto con il passare del tempo rende un percorso di apprendimento famigliare. Non devo imparare ogni volta cosa devo fare e come devo muovermi nell’ambiente.

In cosa differisce questo servizio dai MOOC o da piattaforme come, per esempio, Udemy?

Di sicuro la maggiore differenza è l’orientamento al lavoro e al mondo professionale di Linkedin Learning. Quando mi sono iscritto ho dovuto inserire le mie competenze lavorative e quali argomenti mi interessasse approfondire. Diciamo che Linkedin Learning è un sistema di apprendimento che tiene conto di quel che mi potrebbe servire per lavorare meglio. D’altra parte stiamo parlando del social network professionale per eccellenza. I docenti dei corsi sono professionisti davvero apprezzabili. Vengono selezionati e “addestrati” da Linkedin: per diventare un “instructor” bisogna avere l’OK. Non c’è improvvisazione. Detto questo, ci sono un paio di cose che, soprattutto per il mercato italiano, si potrebbero migliorare. Per esempio, al momento non vengono rilasciati attestati, neanche a pagamento, e non esistono corsi nella nostra lingua.  Se penso al vantaggio che potrebbe trarne chi deve ricollocarsi…

A chi potrebbe risultare utile questo servizio?

La formazione serve a tutti e ha un valore. Linkedin lo ha capito. Senza formazione non si rimane competitivi. Dato che è un elemento fondamentale, Linkedin, che ha capito il possibile business, include nella formula Premium, che è a pagamento. Credo che chi ha poco tempo da dedicare al proprio aggiornamento o non riesce a organizzarsi, può trovare una soluzione il Linkedin Leaning. Le pillole di pochi minuti consentono di ritagliarsi il tempo necessario per formarsi senza distrazioni. Non c’è davvero scusa per dire “Non ho tempo”.

Il servizio promette una personalizzazione della formazione proposta per ogni studente o professionista: funziona davvero?

La formazione è totalmente personalizzata e libera: questo è un vantaggio e uno svantaggio allo stesso tempo. Nessuno corre dietro per ricordare che c’è un’attività formativa da finire. Spetta a ciascuno di noi darsi da fare. D’altra parte in molte aziende oggi è così, e in questo modo viene valutata anche la capacità di darsi da fare, di mettersi in gioco e mostrare la volontà di crescere professionalmente.
Io ho scoperto una miniera. Ho iniziato a seguire corsi sulla formazione a distanza, attività che occupa buona parte del mio tempo lavorativo, e poi mi sono spostato su altri temi che mi interessano, come il digital marketing e le risorse umane. Ho acquisito nuove competenze, o per lo meno, i corsi che ho seguito mi son serviti per capire cosa accade nel mondo del lavoro fuori dalla mia zona di comfort…  Da considerare inoltre che ci sono diversi livelli di corsi, dal principiante all’esperto, e che a catalogo non ci solo corsi “tecnici”, ma anche creativi e legati al business. Insomma, una possibilità formativa davvero ampia.

Può essere usato efficacemente anche per vendere corsi?

Be’, i corsi sulle tecniche di vendita non mancano… Scherzi a parte, credo che non sia al momento lo strumento giusto. Avere un profilo Linkedin non è sufficiente per diventare formatori o vendere i propri corsi. Credo che al momento la politica di Linkedin sia gestire e la formazione in autonomia, in modo anche di tutelare i propri utenti con un controllo alla fonte su docenti e argomenti.

Segui il mio videocorso gratuito su LinkedIn

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Formazione di successo: i due elementi chiave

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Faccio moltissima formazione in azienda e, come si suol dire, insegnare è prima di tutto imparare: anzi, come diceva Joubert, è imparare due volte. Ma mi capita raramente che una discente, per mettere in pratica quanto discusso in aula, produca un contenuto che poi studio  a mia volta e che sia fonte di ispirazione per i corsi successivi. Mi è capitato oggi, quando sono stato taggato nell’articolo Pulse (su LinkedIn) scritto da Alice Goddi, incontrata durante un corso di formazione di tre giorni che ho tenuto presso la sua azienda, Tecniche Nuove.

Alice scrive che:

Gli elementi determinanti l’efficacia e il successo di un corso di formazione sono due: contenuti e docenti.

Il contenuto: solo un contenuto a valore aggiunto arricchisce la cultura professionale dei discenti e consente di mantenere i livelli di attenzione sufficienti ad apprendere nuovi concetti anche in breve tempo. È fondamentale tenere sempre presente l’obiettivo di fornire “youtility” al proprio target.

Il docente: deve essere caratterizzato da competenza e professionalità, ma anche da significative doti di public speaking, per coinvolgere e mantenere una relazione costante, bidirezionale e riadattabile (nel senso di “adjustable”) con i discenti.

Ringrazio poi Alice per i complimenti che fa a me e al partner PrimoPiano: questo il link all’articolo originale su LinkedIn.

Per organizzare un corso anche nella tua azienda, scrivimi.

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