Come funziona l’adescamento online

NOTA: questo articolo sancisce l’inizio della mia collaborazione con il sito Mamamò, ed è stato pubblicato per la prima volta a questo indirizzo.

Come funziona l’adescamento online, come si riconosce e previene

Da anni faccio incontri con genitori e figli, o workshop nelle scuole, sull’uso consapevole della tecnologia. E da anni mi pongono una marea di domande, tanto che, insieme a un collega di casa editrice (Fiorenzo Pilla), ho deciso di raccogliere 100 domande e risposte nel libro “Prontuario per genitori di nativi digitali”.

I genitori si sentono spesso impreparati, temono che i ragazzi – nativi digitali appunto – siano più competenti, preparati e furbi di loro. Ma il punto non è questo. A mio parere un genitore, anche se non competente sulle nuove tecnologie, deve affiancare su questi temi i figli perché questo è il suo ruolo, perché ha più esperienza del mondo e perché dovrebbe conoscere i rischi che i più giovani potrebbero incontrare nel mondo virtuale. Se non si può infatti evitare che i figli corrano dei rischi, si può però insegnare loro a riconoscerli. Uno di questi rischi, forse quello peggiore, è l’adescamento online.

Child grooming: cos’è e come avviene

L’adescamento di minori in Rete è detto “child grooming”: “groom”, in inglese, significare “accarezzare il pelo” ed è di chiara origine animale. Solitamente l’adescamento avviene attraverso cinque fasi:

  1. amicizia iniziale;
  2. “risk-assessment”: serve all’adescatore per verificare quanto la vittima sia vulnerabile;
  3. costruzione del rapporto di fiducia;
  4. fase dell’esclusività: l’adescatore punta a tagliare fuori genitori e amicizie dal rapporto privilegiato;
  5. relazione sessualizzata con la richiesta di immagini, video o incontri.

L’adescamento avviene attraverso diverse tecniche che mirano a carpire la fiducia del bambino o ragazzo. Sono tecniche di persuasione ben note anche ai venditori (si possono trovare nel libro “Le armi della persuasione” di Robert Cialdini). Eccole.

  1. Impegno e coerenza. Gli esseri umani vogliono essere, o quantomeno sembrare, coerenti con se stessi. Ti sei mai chiesto perché gli attivisti di una causa chiedono una firma per strada? È chiaro che questa firma non ha alcuna ripercussione pratica, ma è scientificamente provato che dopo averti chiesto di “impegnarti” con una firma, sarà più facile chiederti una donazione in denaro. Nel caso dell’adescamento, il malintenzionato manipola la vittima riuscendo ad avere la promessa di un impegno.
  2. Reciprocità. Sentiamo il bisogno di contraccambiare favori veri o presunti. Per questo l’adescatore regala qualcosa alla vittima, a volte bastano solo informazioni.
  3. Riprova sociale. Perché si diffondono le mode? Le persone tendono a seguire la maggioranza o un gruppo di persone. L’adescatore fa credere alla vittima di essere in contatto con altri suoi coetanei.
  4. Autorità. Se ne riconosce l’ascendente, in particolare quando indossa una divisa.
  5. Simpatia. Ci piacciono i simili, siamo diffidenti nei confronti dei diversi. L’adescatore raccoglie informazioni sulla vittima per mostrargli che hanno gli stessi gusti e interessi.
  6. Scarsità. Se un bene è poco disponibile acquisisce automaticamente ai nostri occhi più valore. L’adescatore invita la vittima in un gruppo esclusivo oppure promette quel biglietto del concerto o quella figurina ormai esauriti e introvabili.

Cosa fare se un adescatore contatta tuo figlio

Nella malaugurata ipotesi in cui si dovesse verificare un tentativo di adescamento, è importante seguire il consiglio del Telefono Azzurro:

A fronte del sospetto che un bambino o un ragazzo sia coinvolto in una situazione di questo tipo, l’adulto non si sostituisca nel rispondere all’adescatore, interessando nell’immediato le Autorità ed i Servizi che potranno gestire adeguatamente e con competenza tutti gli aspetti implicati in una dinamica di grooming.

Importante però è prevenire.

Sempre Telefono Azzurro dà una serie di suggerimenti per i genitori, che riassumo in questi sette punti:

  1. Imparate a navigare per mettervi nei panni dei bambini.
  2. Usate dei software di parental control.
  3. Controllate la cronologia di navigazione dei figli.
  4. Insegnate ai bambini le regole di comportamento in Rete e sui social, e parlate con loro liberamente di tecnologia. In particolare, spiegate loro che non bisogna fornire dati personali che li rendano rintracciabili.
  5. Il computer utilizzato dai bambini più piccoli dovrebbe trovarsi in uno spazio comune all’interno della casa.
  6. Spiegate ai figli che le persone che incontrano online non sono sempre quelle che dicono di essere.
  7. Spiegate loro l’importanza del fatto che vi informino sempre di eventuali richieste di incontro di persona ricevute da contatti conosciuti online.
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