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YouTube Kids: che cos’è e prova sul campo

Sono un papà di due bambine: una di sei anni e l’altra di due anni. Entrambe, già dall’età di un anno, si divertivano a guardare i video su YouTube, su smartphone e tablet, con la supervisione di mia moglie o con la mia.

Il problema è che già da piccolissime – native digitali come sono – avevano imparato che, facendo scorrere il ditino dalla parte bassa dello schermo in su, potevano accedere a un mondo di video correlati. Partivano da Peppe Pig e si ritrovavano su video russi di giocattoli strani o su altri contenuti non meglio identificati.

È arrivata YouTube Kids

Dal 12 settembre 2018 è ufficiale: è arrivata in Italia YouTube Kids, la app pensata per le famiglie e i bambini, in pratica una versione protetta di YouTube in cui i bambini dai tre ai dieci anni possano guardare cartoni animati, video musicali e filmati didattici. I filtri sono informatici ma esiste anche una redazione in carne e ossa per le segnalazioni. La app è disponibile gratuitamente su Google Play e su App Store. Il sito Web di riferimento in lingua italiana è www.youtube.com/intl/ALL_it/yt/kids.

La prova sul campo di YouTube Kids

All’avvio l’app chiede l’intervento di un genitore, che deve inserire l’anno di nascita. Il suo, non quello del figlio o della figlia. In seguito l’app riconosce l’account Google del genitore (protetto da passcode, per esempio una moltiplicazione). Il sistema, subito dopo, ammette di non essere infallibile: chiede, in caso di video non appropriato, di segnalarlo.

Quasi subito è possibile disabilitare la ricerca: in questo modo il minore può vedere solo canali verificati da YouTube Kids: l’app ha in primo piano molti contenuti italiani per bambini: per esempio Zecchino d’Oro, filastrocche di Coccole Sonore, Winx e Lego Ninjago.

Al primo uso ho deciso di tenere attiva la ricerca, possibile anche con dettatura per i bimbi che non sanno scrivere (o gli adulti pigri): provando con “sesso” non è stato mostrato alcun risultato, mentre con “calcio” sono stati mostrati contenuti come Sam il pompiere che gioca a pallone, lo stesso per Oddbods, Masha e Orso, Pocoyo ma anche guide e gli highlights di partite vere. Tutto sotto controllo. Il genitori può anche impostare un timer, fino a 60 minuti.

E la pubblicità?

Per quello che riguarda la pubblicità, i progressi di Google sono da sottolineare, e sono dettati dal GDPR, la nuova severa legge europea sulla privacy. Non viene mostrato più di uno spot ogni quarto d’ora (spot che non riguardano alimenti o videogiochi e non hanno link e non portano altrove) e Google non raccoglie i dati dei minorenni (solo quelli d’uso: smartphone, sistema operativo ma anche indirizzo IP e cronologia visualizzazioni), anche perché è possibile usare la app senza avere un profilo. Non sono mostrati spot targettizzati, a quanto ha dichiarato Gregory Dray, numero uno Kids, Family ed Education di YouTube in Europa.

Che cosa ne pensa la Polizia Postale?

“Apprezziamo l’impegno di Google per rendere la navigazione online un’esperienza sicura anche per i più piccoli, ma sappiamo che affinché tali sforzi siano efficaci è necessario un dialogo costante con le istituzioni. Per questa ragione, da molti anni Polizia Postale e Google collaborano per garantire agli utenti un ambiente online sicuro e positivo”

Questo quello che dice Nunzia Ciardi, Direttore del Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni.

Anche in podcast!

Questo argomento è stato oggetto anche del mio podcast “Genitorialità e tecnologia”. Puoi ascoltare la puntata dedicata a YouTube Kids direttamente qui:

Ascolta “#23 Che cos’è Youtube Kids e come funziona?” su Spreaker.

Routerhino: 7 cose da sapere sul router che protegge i minori

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Lo scorso 8 novembre 2017 a Milano è stato presentato un innovativo router Wi-Fi per proteggere le famiglie dai contenuti online non adatti ai bambini, concentrando l’azione di filtraggio sulla rete domestica invece che sui singoli dispositivi. Per conoscere Routerhino, proposto dalla start-up tecnologica CFBOX Srl di Desenzano del Garda, ecco sette cose da sapere.

  1. Il dispositivo è stato realizzato per proteggere bambini di età compresa tra i 2 e i 12 anni.
  2. Il sistema protegge ogni dispositivo e si auto-aggiorna quotidianamente per filtrare contenuti inadatti o indesiderati.
  3. Routerinho è facilissimo da installare: basta collegare due cavi, alimentazione e rete (si collega al modem di casa). Non richiede alcun software aggiuntivo: bastano cinque minuti ed è operativo!
  4. In casa ci sarà una seconda Wi-Fi dedicata, e parallela a quella esistente ma che non rallenta la navigazione.
  5. I filtri possono essere personalizzati per categorie (permettono anche ricerche sicure su Google, Bing e YouTube) e 80 sottocategorie.
  6. Si possono possono gestire gli orari, impostando quelli di studio e quelli del sonno.
  7. Il progetto è stato realizzato con il contributo di Microsoft, che ha contribuito con la sua piattaforma cloud Azure. Proprio perché si parla di un progetto in cloud, il genitore può intervenire in qualsiasi momento e in modo autonomo, anche da remoto.

Per ulteriori informazioni vistate il sito Web di Routerhino.

Lo sconto di 5 euro per te

Routerhino vuole diffondere la protezione delle famiglie e per farlo dà a tutti la possibilità di avere il prodotto con uno sconto.

Per usufruire di questo sconto occorre utilizzare questo codice: PROX922362.

Il codice va inserito nel carrello del sito www.routerhino.com in fase di acquisto.

Bambini e tecnologia: non proibire, ma condividere

Grazie a ClasseWeb, la mia società di formazione che si occupa prevalentemente dei temi della genitorialità in relazione alla tecnologia, mi capita spesso di andare a parlare nelle scuole, di tenere workshop per genitori e figli. E spesso i papà e le mamme mi chiedono se esiste un buon libro che parli di bambini e tecnologia. Eccolo: si chiama “I nuovi bambini” (è del 2014), l’autore è Paolo Ferri (autore della prefazione del nostro “Navigazione familiare”).

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Paolo Ferri, docente di tecnologie didattiche e teoria e tecnica dei nuovi media presso la Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università degli Studi Milano Bicocca, ha scritto un testo su “come educare i figli all’uso della tecnologia, senza diffidenze e paure”, come recita il sottotitolo del testo edito da Bur. Proprio perché è un docente e tratta questi temi per lavoro, Ferri ha un approccio scientifico, né da apocalittico (come diversi genitori che incontro) né da integrato, o meglio tecno-entusiasta (come spesso sono io). Però è anche un papà, e racconta la sua esperienza diretta di padre di un nativo digitale, di un membro della cosiddetta “generazione app”.

Il libro, di circa 200 pagine, spiega innanzitutto come bambini e ragazzi usino un approccio alla tecnologia completamente diverso da quello di noi “immigranti digitali”, “esseri gutemberghiani”: quello per “prove ed errori” (learning by doing, si dice); non usano manuali, usano la tecnologia e basta. Anche da molto piccoli: sempre più spesso hanno in mano gli smartphone a sette, otto anni. I genitori che sono spaventati dai nativi digitali hanno la tentazione di proibire la tecnologia: sarebbe un grave errore, sostiene Ferri. Occorre invece un approccio diverso: bisogna affiancare i ragazzi mentre usano smartphone e tablet, stabilire delle regole, creare un clima di fiducia. Certo, occorre proteggerli, anche grazie alla tecnologia: vedi i sistemi di parental control. Ma in ogni caso, come scrive l’autore in uno degli utili suggerimenti che si trovano alla fine dei capitoli, “Cercate di far diventare parte del lessico familiare anche la porzione online della vita dei vostri figli e valutare insieme a loro l’estetica, la giocabilità, il contenuto e le caratteristiche, per esempio, dei videogiochi”. Ma anche dei social network, sempre più diffusi anche prima del limite consentito di 13 anni.

 

Per acquistare il libro:

Aiuto! Ho un Cyberfiglio!

Questo manuale per “Genitori persi nella Rete” di Pelosi (docente delle superiori, nonché attore teatrale) cerca soprattutto di venire incontro a quei papà e mamme che, di fronte all’uso disinvolto che fanno i ragazzi delle nuove tecnologie, brancolano nel buio. Prima analizza potenzialità, rischi e pericoli della Rete, poi dà suggerimenti concreti su come comportarsi in determinate situazioni, entrando nel dettaglio (Facebook, siti osé, cattivi incontri on-line). Libro agile, per neofiti.

 
Autore: Giuseppe Pelosi
Collana: Percorsi familiari
Editore: Ancora
Prezzo: 10 euro

Su Amazon:

Bimbi al sicuro on-line

La Rete è piena di insidie per i minori. Se i genitori non li affiancano sempre durante le sessioni on-line, possono delegare a un sistema di filtro famiglia.

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La Rete è un “luogo” poco sicuro, soprattutto per i minori. Le minacce sono sempre di più, e sempre più subdole: contenuti sconvenienti, pedopornografia, malintenzionati, ladri. Ne siamo consapevoli? A quanto pare, no. In occasione dell’ultimo “Safer Internet Day”, iniziativa della Commissione Europea per incrementare il livello di consapevolezza dei problemi di sicurezza legati a Internet, un’indagine ha rivelato che solo il 2% degli utenti ha la piena consapevolezza dei rischi della Rete e le conoscenze adatte a difendersi, e il 71% dispone di una protezione di base, ma non le conoscenze per usarla. Se gli utenti non sanno difendere se stessi, come possono proteggere i minori? La risposta è una sola: usando gli strumenti adatti; meglio se estremamente semplici.

Il parental control

Il concetto di parental control, letteralmente “controllo dei genitori”, è spesso tradotto da noi come “filtro famiglia”. Si tratta di una serie di strumenti software che impediscono l’accesso dei bambini ai contenuti sconvenienti. Per esempio bloccando intere categorie di siti o contenuti, a volte anche solo per determinati periodi, o inibendo l’uso di particolari software. Detto che è semplice bloccare determinate applicazioni pericolose, come chat o videogame, per quanto riguarda i siti, invece, il blocco è totale: tutti i contenuti di determinate categorie sono inibiti e vengono visualizzati solo eventuali eccezioni, da includere in particolari elenchi, detti anche “white list”. Visto però che non è possibile elencare tutti i siti proibiti del mondo, come funziona il blocco? Si usano dei filtri dinamici, che utilizzano particolari criteri per distinguere i contenuti buoni da quelli cattivi. L’analisi semantica, per esempio, è in grado di individuare i termini solitamente associati a contenuti sconvenienti.

 

Programmi dedicati

Oltre ai sistemi di parental control inclusi nelle suite di sicurezza o nel sistema operativo, sono molti i programmi dedicati alla difesa dei minori on-line. Si chiamano “cyber nanny”, tate digitali e spesso sono gratis.
Uno dei più utilizzati è Windows Live Family Safety, il filtro famiglia della famiglia Live Essential di Microsoft. Il software, che si integra perfettamente con Windows 7, permette di bloccare molti contenuti inadatti, dai videogiochi, usando lo standard PEGI, ai file potenzialmente forieri di malware. È possibile anche monitorare cosa stanno facendo i figli a distanza.
Tra gli altri programmi segnaliamo sicuramente K9 Web Protection. Lo si scarica all’indirizzo Web www.k9webprotection.com ed è disponibile per Windows e Mac. Le sue performance sono sbalorditive. Prima di tutto, è molto efficace nel controllo della navigazione: riconosce oltre 70 categorie di contenuti sconvenienti  e li blocca quasi sempre senza esitazioni. Può inibire, durante la ricerca con i più comuni motori, i risultati inappropriati. Permette di impostare fasce d’uso del PC. Consente di impostare white e black list di contenuti. Può limitare l’accesso a determinati contenuti (per esempio pagine Web) che possono poi essere sbloccati con l’inserimento di una password. Fornisce dettagliati report sull’uso del computer. Cataloga, in tempo reale, nuovi contenuti a rischio. Tutto questo, come Windows Live Family Safety, a costo zero: basta solo registrarsi sul sito Web, per ottenere una licenza gratuita, prima dell’installazione.
Molto quotati anche Davide.it, che costa 60 euro all’anno, e Profil Parental Filter 2, in prova gratuita per un mese qui: www.profiltechnology.com.

La protezione di Eset

Molti programmi antivirus o suite di sicurezza includono anche un modulo di parental control, in modo da non doverne installare uno aggiuntivo. È il caso, per esempio, di ESET Smart Security. Questa suite, che include anche il celebre antivirus Nod32, prevede un utile strumento per i genitori. Una volta installato e impostato correttamente, come vedremo nei tutorial in queste pagine, la suite blocca i contenuti sconvenienti e pericolosi, permettendo al genitore un controllo completo sull’account del minore. Il titolare di ogni account di Windows può essere etichettato come genitore, oppure come minore: adolescente o bambino. A seconda dell’età, che può essere espressa anche in anni, vi saranno livello di filtro diversi.

 

Installiamo Smart Security 5

1. Il sito Web di Eset
La versione di prova di un mese di Smart Security 5 si trova sul sito di Eset. La pagina introduttiva del prodotta si trova a questo indirizzo (ora è disponibile la versione 7). Per scaricare il primo file di installazione, andiamo invece nella sezione Download.

2. Un pacchetto completo
Come spiegato dalla prima schermata della procedura di installazione, Smart Security include l’antivirus Nod32, l’antispam e un firewall: è una soluzione completa. Come vedremo, contiene anche il parental control. Tutto in lingua italiana.

3. L’installazione di Smart Security
La procedura di installazione è divisa in più passaggi e potrebbe durare diversi minuti, visto che la mole di dati da scaricare è di alcune decina di Mb. Difficile quantificare: dipende dalla velocità della nostra connessione.

4. Sicurezza 2.0
A un certo punto la procedura di installazione ci propone di partecipare al Live Grid. Di che cosa si tratta? In pratica Eset, la società che produce Nod32 e questa suite, ha deciso di puntare sulla sicurezza 2.0, confrontando le informazioni relative alla sicurezza del computer con quelle di tutti gli altri utenti connessi in Rete.

Impostiamo il filtro famiglia

1. La pagina principale
Una volta avviata e aggiornata, la Smart Security mostra la pagina principale e in particolare lo stato della protezione dei diversi comparti: computer, rete, Web eccetera. Per accedere alla sezione relativa al parental control, facciamo clic su Configurazione.
2. Nella centrale di comando
Nella pagina della configurazione si ha un quadro completo delle aree di intervento della suite di Eset. Troviamo anche la voce HIPS: si riferisce a un sistema di sicurezza, molto avanzato, che funziona in tempo reale. La sezione del filtro famiglia si raggiunge con un clic su Controllo accessi.
3. Il controllo è attivato

Il controllo accessi è automaticamente attivato sin dall’installazione del software. Se serve è anche possibile disattivarlo: per periodi di tempo determinati o fino al prossimo riavvio. Per farlo basta un clic su Attivato.
4. Impostiamo una password
Cosa molto importante: il controllo deve essere protetto, onde evitare che venga disattivato con un semplice clic. Selezioniamo l’opzione Imposta password e immettiamo una parola d’ordine due volte.
5. Definiamo i profili
Smart Security ci chiede di indicare, per ogni profilo di Windows, se è in uso a un bambino, a un adolescente o a un genitore. Si può anche indicare l’età esatta. Questo permette al software di impostare livelli di sicurezza differenti.
6. Eccezioni al blocco di siti
Il programma blocca tutta una serie di siti sconvenienti o pericolosi, ma permette anche di sbloccarne alcuni, inserendone semplicemente l’URL.  Basta fare clic su “Imposta eccezione per la pagina Web” e poi elencare le eccezioni.

 

La carta di Alba
La Fondazione Movimento Bambino (www.movimentobambino.org), con il contributo della Fondazione Ferrero, lanciò nel lontano 2008 la “Carta di Alba”: un documento a livello internazionale per la tutela dei bambini in Internet, dodici punti che dettano le regole per rendere la Rete sicura. Questa carta è tornata in auge: sarà presentata alla Commissione bicamerale per l’Infanzia e seguirà l’iter per essere trasformata in progetto di legge.