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Come l’Intelligenza Artificiale sta “craccando” il codice della civiltà umana (secondo Harari)

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Parto da una premessa: non mi piacciono gli allarmisti, spesso con secondi fini. Tipo i giornalisti che sparano titoli sull’estinzione della specie umana per colpa di ChatGPT… Non sto scherzando, eccone un esempio:

Oppure, molto più concretamente, si paventa la sopravvivenza ma senza lavoro:

Non amo questo approccio, e soprattutto sposo questa tesi di Luciano Floridi (dal libro “Etica dell’intelligenza artificiale“):

Alcune persone continueranno a vendere previsioni catastrofiche, con scenari distopici che hanno luogo in un futuro sufficientemente distante da garantire che tali Geremia non saranno più in circolazione per essere smentiti. La paura vende sempre bene, come i film sui vampiri o sugli zombie.

Che cosa dice Harari?

L’intelligenza artificiale sta cambiando radicalmente la storia umana, penetrando nel sistema operativo della nostra civiltà. Questo avanzamento, come sostiene lo storico e filosofo Yuval Noah Harari, già autore dei grandissimi libri “Sapiens” e “Homo Deus”, è il risultato della straordinaria capacità di manipolare e generare linguaggio di AI, che comprende parole, suoni e immagini.

Il linguaggio – sostiene Harari nell’articolo “Yuval Noah Harari argues that AI has hacked the operating system of human civilisation” – è l’elemento fondamentale di quasi tutte le culture umane. Diritti umani, divinità, e persino denaro sono artefatti culturali che abbiamo creato attraverso storie e leggi. Ma cosa succederebbe se un’intelligenza non umana diventasse più abile di un umano medio nel raccontare storie, comporre melodie, disegnare immagini e scrivere leggi e scritture?

Gli strumenti AI come ChatGPT stanno già mostrando il potenziale di produrre in massa contenuti politici, fake news e “scritture” per nuovi culti. Queste capacità potrebbero avere un impatto enorme sulle prossime elezioni presidenziali negli Stati Uniti nel 2024, tra l’altro. Nel futuro, potremmo vedere i primi culti nella storia i cui testi sacri sono stati scritti da un’intelligenza non umana. Anche a un livello più prosaico, potremmo presto trovarci a condurre lunghe discussioni online su temi come l’aborto, il cambiamento climatico o l’invasione russa dell’Ucraina con entità che pensiamo siano umane, ma che in realtà sono Altro che test di Turing

Grazie alla sua padronanza del linguaggio, l’IA potrebbe anche formare relazioni intime con le persone e utilizzare il potere dell’intimità per cambiare le nostre opinioni e visioni del mondo. Questo potrebbe spostare il campo di battaglia per il controllo dell’attenzione umana, da social media alla creazione di relazioni intime di massa con milioni di persone.

Altra opinione interessante di Harari: le IA potrebbero diventare un oracolo onnisciente per le persone, rendendo superflui la ricerca su Google, la lettura di giornali o la visione di pubblicità.

La fine della storia (umana)

Tutto questo potrebbe portare alla fine della storia umana. Non la fine della storia in sé, ma la fine della sua parte dominata dall’uomo. Cosa succederà al corso della storia quando l’IA prenderà il controllo della cultura e inizierà a produrre storie, melodie, leggi e religioni? L’IA può creare idee completamente nuove, una cultura completamente nuova.

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[VIDEO] Che cos’è il dataismo? La lezione di Harari

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Per me Harari, lo storico israeliano, è un genio.

L’ho scoperto grazie a Sapiens, ne ho avuto la certezza leggendo Homo Deus. In questo testo, e poi con accenni anche in 21 lezioni per il ventunesimo secolo, Harari parla del dataismo: una sorta di religione legata al fenomeno dei big data.

Per farla breve: inizialmente l’uomo aveva assegnato l’autorità sulla propria vita agli dei. Poi, per esempio durante l’Illuminismo, l’aveva ripresa. Ora deve fare un passo indietro, travolto da dati e algoritmi: la mole di informazioni da gestire è immensa e l’uomo non sa  più trasformarla in conoscenza (e saggezza).

Ne parlo in questo video, dove trovi alcune informazioni su animismo, big data, dataismo e altro. Buona visione!

L’intervista a Yugen Podcast

Ho parlato della mia passione per Harari anche in un’intervista al podcast Yugen:

Cultura e digitale: come i classici e il pop aiutano a capire Web e social

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