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Come l’Intelligenza Artificiale sta cambiando il mondo del lavoro [Intervista-VIDEO su PrimaLecco]

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Il 27 marzo 2024 la testata online “Prima Lecco” ha dedicato un approfondimento all’evento che si è tenuto il 25 marzo 2024 a Verderio (Lecco): “L’AI, il lavoro e i giovani talenti”, secondo incontro del ciclo “Imprese e capitale umano. Il lavoro del domani», organizzato da Netweek.

Questo il testo dell’articolo:

L’AI non rappresenta più qualcosa di lontano, situato nel futuro: l’intelligenza artificiale è oggi, va utilizzata adesso ed è pronta a riscrivere il nostro futuro, specialmente dal punto di vista lavorativo. È questo il tema affrontato lunedì 25 marzo durante l’incontro “L’AI, il lavoro e i giovani talenti”, secondo appuntamento del ciclo “Imprese e capitale umano. Il lavoro del domani”, organizzato da Netweek in collaborazione con l’agenzia Allianz 231, Opiquad e Confapi Lecco e Sondrio. Al ristorante Cascina La Salette di Verderio Superiore sono intervenuti due specialisti sul tema, ovvero Gianluigi Bonanomi, giornalista, formatore ed esperto di comunicazione digitale, e Canzio Dusi, manager e scrittore.

La video-intervista

Le potenzialità dell’Intelligenza Artificiale

Ad aprire il dibattito è stato Bonanomi:

“Come può avere un impatto questo strumento pazzesco che è ChatGPT? Attualmente è gratuito e non affidabile, non mostra le fonti e a volte inventa, essendo bacato da alcuni pregiudizi. Sappiamo infatti che ha appreso da secoli di cultura che gli abbiamo dato in pasto, che ha studiato ciò che l’uomo gli ha dato da studiare e quindi anche fatti non reali. Inoltre ha informazioni vecchie di due anni. Quindi? Ritengo che sia comunque un bene usare ChatGPT ma non è ciò che si può utilizzare in azienda per un semplice motivo: noi diamo a lui informazioni e queste vengono usate per migliorare i loro modelli. Con un’impresa è piuttosto chiaro che ciò non si può fare”.

“Usarla significa ragionare, astrarre, apprendere e queste sono le capacità che ci distinguono dagli animali. L’AI non arriva all’autocoscienza ma simula il lavoro del nostro cervello: sa dare istruzioni, spiegazioni, correggere testi, elaborare scenari. Per esempio è il caso di Microsoft Copilot, uno strumento di lavoro molto più evoluto rispetto a ChatGPT, di un altro livello”.

Si arriva così al fulcro della questione:

“Di fronte all’AI serve una nuova competenza nel mondo del lavoro, ossia il Prompt Engineering. Questa disciplina, ibrida tra le hard e soft skill, consiste nell’arte di porre le giuste domande all’AI, sfruttando capacità comunicative che in precedenza erano utilizzate esclusivamente con gli umani”.

“Da analisi di cv a documenti pdf, l’utilizzo del prompt è sempre più fondamentale. Per esempio, con lo sviluppo di strumenti come Web Pilot, la creazione di presentazioni multimediali già impaginate diventa un gioco da ragazzi, accelerando il processo e migliorando l’efficienza, ma esistono già infinite possibilità”.

Come i Chatbot possono efficientare il lavoro

In seguito è stato il turno di Canzio Dusi, portando la sua esperienza nell’utilizzo efficace dei chatbot nell’ambiente lavorativo:

“Il chatbot perimetrale è addestrato su informazioni interne fornite dall’azienda, garantendo una base dati sicura al 100%. Ciò che il chatbot apprende rimane nel perimetro aziendale, evitando che informazioni sensibili finiscano nelle mani dei concorrenti. Questo permette anche una precisa profilazione del chatbot, adattandolo alle specifiche esigenze di ciascun team o progetto. Inoltre è affidabile, dato che se non è in grado di rispondere ad una domanda è perché la stessa esula dal perimetro di competenza aziendale: ciò permette di mantenere la coerenza e l’accuratezza delle risposte fornite dal chatbot”.

Dusi evidenzia inoltre il ruolo cruciale dei chatbot nell’onboarding dei nuovi dipendenti:

“Tradizionalmente affidato a un tutor, ora questa responsabilità può essere condivisa con un chatbot, che dispone di accesso a tutti i documenti, i processi e le informazioni aziendali. Questo rende il chatbot un “collega virtuale” sempre disponibile, in grado di fornire risposte immediate e accurate senza risentire di stanchezza o frustrazione. Anche se il tutor rimane indispensabile, una parte significativa del lavoro può essere delegata al chatbot, liberando tempo per compiti più strategici”.

“Consentono una maggiore personalizzazione e adattabilità alle esigenze di ciascun gruppo di lavoro. Inoltre può essere caricato e utilizzato come assistente personale durante tutta la giornata lavorativa. Infine, consigliamo di installare motori basati su LLM (Large Language Model) come base per i servizi di chatbot. Questi girano localmente all’interno dell’azienda e offrono una maggiore capacità di comprensione e risposta, garantendo un’esperienza utente più soddisfacente”.

 

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Giornata nazionale sulle dipendenze tecnologiche Di.Te. 2022 a Napoli: video, slide e fonti del mio intervento sullo sharenting

“Come la nuvola ha cambiato le nostre vite”: speech per Itancia [slide]

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Il 6 e 7 novembre 2019 ho partecipato al “Cloud event” di Itancia, multinazionale francese che si occupa di IT, sia in qualità di speaker che di “master of ceremony”. Ecco le slide del mio intervento, intitolato “Come il cloud ha cambiato le nostre vite digitali”:

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Serata sui pericoli della Rete a Sesto San Giovanni: articoli e slide

Il Comune di Sesto San Giovanni ha organizzato, per il giorno 16 aprile 2018 alle ore 21, presso la sala conferenze del Grand Hotel Barone de Sassj, una conferenza gratuita sui “Pericoli della rete”: cyberbullimo, privacy, sicurezza, dipendenza, rischi legali e altro ancora, per un utilizzo consapevole delle nuove tecnologie. La risposta del pubblico è stata eccezionale: per una sala da 60 posti avevamo 100 iscritti.

L’evento è stato raccontato da diversi organi di informazione. Antonio Giovanditti di Sesto Daily News ha scritto:

Ieri sera presso il Grand Hotel Barone di Sassj si è tenuto l’incontro “I PERICOLI DELLA RETE“.
La sala conferenze alle 21 era piena in ogni ordine di posto per assistere al viaggio nel mondo della rete, tra opportunità e insidie, tra aneddoti divertenti e storie ai limiti dell’assurdo. Gianluigi Bonanomi (scrittore e giornalista, consulente social media ed esperto di internet) ha esposto in maniera chiara ed esaustiva (malgrado il tempo a disposizione fosse limitato alle due ore), utilizzando un linguaggio comprensibile (tralasciando tecnicismi alla moda e parole troppo english-oriented) e creando una bella interazione con i presenti.

Parlare dei pericoli della rete non è semplice perchè evidentemente (vista l’ampiezza della tematica e la sua continua evoluzione) necessiterebbe molto più tempo per essere affrontato in ogni sua singola sfumatura ma è stato molto interessante sentir parlare di nuovi mezzi di comunicazione, del modo in cui i ragazzi comunicano, dei cambiamenti legati al linguaggio.

Suggestivo e stimolante è stato l’uso di piccoli esercizi e piccoli “sondaggi” da parte di Gianluigi Bonanomi che ha testato i presenti riguardo il grado di conoscenza della rete. L’itinerario concettuale dell’incontro ha toccato molti punti cardine tra cui: i social visti come un bisogno (alla stregua del bisogno d’affetto o dell’autostima), il parental control, la dipendenza da internet, la FOMO (Fear of missing out : paura di essere tagliati fuori) che è un fenomeno che preoccupa i ragazzi), la pubblicazione (e la condivisione) di contenuti audio/video/foto sui socialbufale e fake news.

Le parole di Gianluigi Bonanomi hanno fatto riflettere quando ha virato il discorso sulla stretta attualità: Facebook e lo scandalo Cambridge Analitics, la triste realtà del cyberbullismo per approdare, a termine delle due ore di incontro, ai risvolti giuridici che devono essere conosciuti per poterli evitare.

A fine serata resta in testa una frase pronunciata dall’ottimo Gianluigi Bonanomi: “I ragazzi non devono percepirci come dei dinosauri che non sanno di cosa parlano”. Con questa frase si vuol riassumere il significato di una serata come quella di ieri dove è emersa l’importanza della conoscenza della rete da parte dei genitori che non devono alzare muri ideologici con i figli ma concordare con loro delle regole per l’utilizzo dei dispositivi in maniera avveduta e raggiungere una convivenza che possa sviluppare una mutua crescita.

Questo invece il resoconto di Stefano Nasrawi de Lo Specchio di Sesto San Giovanni:

Lunedì 16 aprile presso la sala conferenze dell’Hotel Barone di Sassj di Sesto San Giovanni, si è tenuto un incontro formativo in materia di tecnologia ed i pericoli che possono derivarne da un uso improprio. Grazie a Gianluigi Bonanomi, docente, formatore, giornalista e consulente aziendale in materia di nuove tecnologie ed utilizzo dei social media, sono stati affrontati e spiegati, ad un pubblico molto eterogeneo ma composto per lo più da genitori, bisognosi di comprendere il linguaggio e gli strumenti utilizzati dai propri figli, tematiche inerenti i pericoli che si possono celare dietro l’utilizzo di uno smartphone o di un qualsiasi dispositivo.
La tecnologia di per sé non andrebbe demonizzata, ma compresa e condivisa, in particolar modo con le fasce di età più deboli ma al tempo stesso più a loro agio con tutti gli strumenti oggi disponibili.

Gianluigi Bonanomi

Dopo una breve introduzione sui social media oggi esistenti ed i linguaggi più comuni e utilizzati tra gli adolescenti, il docente, si è soffermato e ha voluto far riflettere la platea, in particolare, sui contenuti che oggi circolano, vengono pubblicati e condivisi dai ragazzi. Facebook, ad esempio, con oltre 2 mld di utenti al mondo è uno strumento incredibile di comunicazione, ma al tempo stesso, rientra tra i bisogni sociali insiti nell’uomo. Avere una rete sociale fa parte della nostra persona, seppur, oggi, è cambiato totalmente il modo di intessere queste relazioni.
In tutta questa tecnologia, un adolescente si inserisce in modo prepotente e, se non seguito, il rischio che possano essere banalmente condivisi contenuti non appropriati è molto elevato. E’ bene quindi considerare che la tecnologia rappresenta uno status symbol e, aspetti come ad esempio la reputazione digitale o i dati (personali o sensibili) che noi condividiamo in rete, rischiano di essere molto dannosi per il nostro futuro.
In questo scenario, un genitore dovrebbe essere consapevole dei rischi (soprattutto penali) in cui potrebbe incorrere. Per queste ragioni il Dott. Bonanomi, ha suggerito di stilare regole condivise tra genitori e figli e si utilizzare strumenti di controllo delle attività dei propri figli sui dispositivi connessi alla rete. L’importanza di seguire un adolescente, carico delle sue insicurezze, in un mondo a volte illusorio, è quindi fondamentale e richiede molto impegno, ma permette di evitare situazioni di pericolo derivanti dall’uso della rete.

Queste invece le slide che ho usato durante l’intervento:

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Queste invece le foto dell’evento:

Per organizzare un seminario sui pericoli della Rete nella tua scuola o nel tuo Comune, scrivimi: