Vent’anni fa passavo le mie giornate online su it.arti.trash (con il nickname Moska). Appassionato del tema, studiai il testo fondamentale “Andy Warhol era un coatto” del mostro sacro Tommaso Labranca. Ne parlo in questa intervista per il podcast Yugen. Buon ascolto:
PS. Potete leggere il libro di Labranca in PDF qui:
All’inizio fu il movimento di liberazione dei nani da giardino, nato in Francia e che in breve fece proseliti in mezza Europa. Ora, invece, si è andati oltre: è nato infatti il Klab, ovvero il “Klab Anti Nani da Giardino”. Baldo, Pera, Stenterello e Rabba, quattro giovani e intrepidi toscani che portano avanti la loro particolarissima battaglia, hanno deciso di sfogare tutta la loro rabbia contro i piccoli nemici di gesso. I nanetti, a loro dire, sarebbero peggio dei puffi di pezza! In programma, tra le altre, hanno iniziative come “La notte del nano morente”: dopo aver individuato l’indirizzo e il luogo di residenza del pupazzo di terra-cotta, si fissa l’ora dell’“esecuzione” (con riprese filmate dell’avvenimento da diffondere via Web); l’impresa, poi, viene festeggiata con gare di lancio del nano e altro.
Se volte iscrivervi al crudele club e fare compagnia a gruppi come “Apocalipse nano”, mandate una e-mail nell’apposita sezione del sito: i dannati nanetti avranno un acerrimo nemico in più!
https://www.gianluigibonanomi.com/wp-content/uploads/2018/10/bonanomi_logo_156.png00Gianluigi Bonanomihttps://www.gianluigibonanomi.com/wp-content/uploads/2018/10/bonanomi_logo_156.pngGianluigi Bonanomi2014-05-15 10:51:442014-05-15 10:51:44I nani da giardino hanno le ore contate
Ricordate la rubrica “Mai più senza” del compianto settimanale umoristico Cuore? Raccoglieva tutte quelle cose brutte e inutili che si trovavano in commercio. Come, per esempio, quegli accessori che venivano pubblicizzati sull’ultima pagina dell’Intrepido: dagli occhiali a raggi X alle scimmie di mare. Nel mondo dell’informatica, ovviamente, non ci si fa mancare nulla. Di gadget orribili, vero inno al trash (inteso come spazzatura, non come corrente artistica), se ne trovano a bizzeffe. In queste pagine ve ne proponiamo alcuni.
Per tutti i (cattivi) gusti
I requisiti fondamentali che abbiamo preso in considerazione per inserire un prodotto in questa carrellata sono i seguenti. Prima di tutto, deve essere un prodotto tecnologico, dotato in qualche modo di circuiti elettronici. Secondo: la sua inutilità; o al limite l’essere “pacchiano”, privo di buon gusto. Chiaramente, mettere dei paletti del genere aiuta fino a un certo punto, non sono criteri discriminanti così restrittivi, anzi. Credeteci: avremmo potuto riempire decine di pagine di prodotti del genere. Con rammarico, per mancanza di spazio, abbiamo dovuto escludere perle di ogni genere. Per esempio, una chiavetta USB gonfiabile (che aumenta di dimensioni a seconda della quantità di dati salvati, www.plusminus.ru/flashbag.html).
Che peccato non potervi illustrare la cintura led (per far scorrere in vita un testo scorrevole) o quella video (che riproduce, sulla fibbia, dei filmati in MPEG o AVI): vedi www.egokast.com. Ci scusiamo anche perché non possiamo parlare approfonditamente del reggiseno USB (www.dialog05.com), dell’“Internet urinal” per i videogiocatori che non possono allontanarsi del PC (in vendita presso www.thinkgeek.com), del porta-iPod in pelliccia (www.fluffpod.com/fluffer.html), della freccia per pedoni (un segnalatore luminoso da applicare alle orecchie che indica, a chi segue, l’imminente cambio di direzione, http://www.baronbob.com/pedestrianturnsignal.htm), una t-shirt con tanto di equalizzatore (con gli indicatori, alimentati da pile, che si muovono a ritmo di musica, su www.crazyaboutgadgets.com) e chissà quante altre diavolerie inutili. Accontentatevi, per questa volta, della dozzina di schede che abbiamo realizzato e che trovate in queste pagine.
In ogni caso, apprezzate il fatto che abbiamo avuto l’accortezza di pubblicare questo articolo a distanza di sicurezza dal Natale. Per evitare che a qualcuno venisse in mente di regalare uno di questi incredibili reperti. Testimonianza diretta di una civiltà – la nostra – che farà ridere i… posteri.
USBijoux
Generalmente un dispositivo informatico, così come un software e così come qualsiasi invenzione, nasce da una necessità. Chi ha inventato la chiavetta USB, per esempio, ha risposto alla necessità di soppiantare i vecchi floppy, sfruttare le porte USB e così via. Risolto il problema principale, si inserisce sempre il creativo, colui che si pone la fatidica domanda: “Come possiamo rendere questo oggetto più carino?”. È la filosofia del modding (della serie: come rendere “coatto” il PC), della trasmissione di MTV “Pimp my ride” (dove un’officina trasforma le automobili in sale gioco su quattro ruote). E così tutti gli accessori del PC sono diventati potenziali oggetti di culto, e “vittime” dei designer. Parlavamo di chiavette USB. Come abbiamo già visto, questi utili oggetti assumono qualsiasi forma. Ripetiamo: qualsiasi. Ci sono chiavette a forma di cibarie, strumenti medici, alberi di Natale, Barbie e chi più ne ha… le inserisca nell’apposita presa sul retro del PC. Se riesce a trovare il connettore, ovviamente.
MobiBlu Q-Bling (www.mobiblu.com) è un lettore MP3 a forma di cubo, completamente tempestato di cristalli Swarovski
USB Missile Launcher è un lanciamissili USB utile, secondo gli inventori, per colpire eventuali scocciatori… Per vederlo all’opera, andate su http://video.google.com e, come chiave di ricerca, inseritene il nome
La USB Garfield Web Cam costa 32 dollari (circa 25 euro) e ha una risoluzione di 640 per 480. In vendita su http://usb.brando.com.hk
L’iPod… igienico. Un tempo, quando si andava in bagno per determinati bisogni, ci si muniva di fumetti, riviste, libri. Questo nell’era pre-tecnologica. Adesso, visto che c’è l’iPod, perché non approfittarne? Atech ci ha pensato, e ha creato un porta rotoli di carta igienica con un alloggiamento per il vostro lettore MP3. Si chiama iCarta, ha quattro altoparlanti, è isolato dall’umidità e permette di ricaricare l’iPod.
L’idea non sarebbe male: perché portare sia occhiali da sole sia lettore MP3, quando si può utilizzare un solo dispositivo? Del resto, le stanghette degli occhiali stanno proprio sopra l’orecchio… Tra il dire e il fare, però, c’è di mezzo questo pacchianissimo paio di occhiali, gli Oakley Thump, un incrocio tra un modello di quattrocchi “tamarro” e un design uscito direttamente da un film di fantascienza degli anni Ottanta. Senza considerare il prezzo, non proprio “amico”…
La cyber-coperta. Se la porta USB del PC può alimentare una lampada o ricaricare un cellulare, perché non utilizzarla anche per dare corrente a una termocoperta? Lo ammettiamo, la domanda non sorge spontanea. Ma allora non si capisce perché la società giapponese MIB abbia creato questo portento tecnologico. Da utilizzare solo se dormite di fianco al computer, rigorosamente acceso.
USB contro la carie! Già lo spazzolino elettrico fa sorgere alcuni dubbi (è così faticoso muovere la mano per pulire i denti?), ma cosa dire di un modello USB? Fosse Bluetooth, capiremmo. Ma USB? Chi si lava i denti vicino al PC?
La papera non galleggia. Le chiavette USB sono talmente diffuse che, ormai, sono diventate anche un oggetto di culto, preda dei (famigerati) designer. Anche dei peggiori. Una società giapponese se n’è inventate di ogni tipo: chiavette USB a forma di paperelle (quelle che vi mostriamo qui), di dito mozzato, di sushi e così via.
Notizie fresche… sul WC. Mentre siete in bagno vi piace leggere il giornale? Perché comprarlo in edicola, se le notizie possono essere stampate direttamente su carta igienica? È quello che ha pensato Yi Tien Electronics, che ha realizzato questo notevole RSStroom Reader. Il dispositivo si collega a Internet tramite rete Wi-Fi, scarica le ultime notizie grazie ai Feed RSS, quindi le stampa direttamente sul rotolo di carta igienica. D’ora in poi con le pagine di giornale già lette non incarterete più l’insalata…
Cerume, non avrai scampo! Pulirvi le orecchie è un problema? Considerate i cotton fioc armi non convenzionali, che tra l’altro non svolgono bene la loro funzione igienica? Ear Wax Camera Cleaner, allora, è quello che fa per voi: infilate l’aspira-cerume nell’orecchio, e date un’occhiata al visore per controllare il condotto uditivo, e pulirlo al meglio. Della serie: esplorando il corpo umano…
Il monumento ai caduti (delle chat). Schulze & Webb devono essere due appassionati delle chat, particolarmente sensibili ai momenti in cui un amico si scollega, e il suo contatto risulta non disponibile. Per enfatizzare questo momento, hanno deciso di creare un pupazzetto (in futuro personalizzabile) che, se in piedi, annuncia che l’amico è on-line. Di contro, se l’ometto è prono, il contatto non è disponibile. Per il momento Availabot è solo un prototipo, ma ben presto sarà disponibile per la vendita. Resisterete sino ad allora?
Il tosapeli da naso. Gli uomini concorderanno: i peli sono una iattura. Doversi radere ogni giorno è una scocciatura, figuriamoci dover accorciare i peli del naso! Nessun problema: d’ora in poi non dovrete più adoperarvi con scomode forbicine: infilate nelle narici il Turbo-Groomer, senza paura delle sue lame rotanti!
Con la sola imposizione della immondizia. Che fatica, avvicinarsi al bidone dell’immondizia e doverne alzare il coperchio! Risparmiate energie, con questo prezioso bidone che, percepita la vostra presenza, si apre senza che pronunciate alcuna formula magica. Il prodotto, costruito in acciaio e dalla capacità di 49 litri, funziona a infrarossi.
[disclaimer: l’articolo è del 2004: molti link non sono più attivi]
Una raccolta differenziata: il meglio del peggio del Web.
La Rete è un enorme cassonetto “indifferenziato”, dov’è possibile trovare risorse preziose, così come rovistare tra rifiuti informatici di ogni genere, sguazzando in un oceano di byte sprecati. Vuoi cose divertenti, vuoi curiose, ma molto spesso cose inutili, senza scopo pratico alcuno.
Questo perché Internet è un coacervo di contenuti senza controllo: sono poche le risorse DOC, di origine controllata. Chiunque può realizzare, a basso costo o addirittura gratuitamente, la propria pagina Web. Alcuni hanno sufficienti conoscenze tecniche (e non solo), o un discreto senso estetico: doti che permettono di realizzare un sito interessante, utile, ben fatto. Molti altri, invece, realizzano pagine decisamente brutte, inutili, talmente piene o talmente vuote che il risultato è certamente risibile, a volte demenziale. Ma esiste una soglia, probabilmente, che fa di un sito brutto qualcosa di sublime, di un sito inutile un collegamento da inserire nei Preferiti, di un’idea malsana un guizzo di genialità. Siti che vale la pena di visitare, almeno una volta.
Da qui parte il nostro excursus, il nostro viaggio alla scoperta del peggio della Rete: per alcuni sarà una gita nel paese delle meraviglie, per altri una visita al museo degli orrori. Comunque sia, in queste pagine vi mostreremo tutto quello che non può essere nemmeno lontanamente bollato come utile e pratico, contravvenendo, per una volta, allo slogan che trovate in copertina.
Un, due… trash, si parte!
Trash volontario e non
Partiamo subito con dei distinguo, riguardanti le intenzioni dei webmaster: c’è chi realizza una pagina brutta o inutile avendone la consapevolezza (con una certa genialità, quindi) e chi invece non è sfiorato da tale capacità critica, o autocritica, e nella sua beata incoscienza si espone al pubblico ludibrio. È questa, quindi, la prima distinzione che ci sentiamo di fare: trash volontario e involontario. Per chiarire meglio il concetto, partiamo con il sito dell’“Artigiana Salumi” (www.artigianasalumi.it): un’esplosione di animazioni flash e slogan spiazzanti. Solo per intenditori della carne suina.
Contrapponiamo questo sito a una pagina Web volutamente inutile e ridicola: “Lo zio di Kiev” (www.wainer.com/russi), un’esilarante collezione autunno-inverno di moda russa.
Tra i siti trash volontari non può mancare una famosa “bufala”: il sito di Franco De Nicola (www.geocities.com/poligamo_poligamia), un milionario che si offre per un matrimonio poligamo, e cerca le sue anime gemelle on-line (alle quali, tra l’altro, è richiesta la compilazione di una scheda per avanzare la propria candidatura).
Esistono poi degli ibridi: siti i cui intenti non sono così chiari. Troppo esagerati per essere seri, ma contemporaneamente troppo seri per essere volutamente trash. Un esempio potrà chiarirvi le idee: provate a visitare il sito di Padre Maurizio (www.padremaurizio.it), un prete rap ballerino, il cui motto è: “Dio ti vuole un macello di bene!”. Dopo la messa cantata, dobbiamo aspettarci l’omelia ballata?
Anche la pagina ufficiale dell’associazione AIVAM (Associazione Italiana per la Valorizzazione dell’Asino e del Mulo), che si trova all’indirizzo www.arpnet.it/aivam, ci lascia un po’ perplessi.
Gli inestetismi del Web
Per fare il webmaster non occorre aver seguito un corso di grafica, avere uno spiccato senso dell’estetica, o anche solo una buona dose di buonsenso. E, spesso, si vede. Provate a visitare questo sito: www.iosonotranquillo.com; sicuramente un esempio negativo per chi vuol creare una home page sobria…
Anche un video trasmesso on-line può rappresentare un’accozzaglia di immagini, colori, idee e immagini che fanno a pugni tra loro. Una chicca imperdibile è sicuramente questa: Gellato el chocolato; si tratta di un videoclip casereccio della canzone di Pupo “Gelato al cioccolato”, ribattezzata per l’occasione “Gellato el chocolato”, chissà perché. Prima di vederlo, seguite le avvertenze e le modalità ad uso: tenere lontano dalla portata dei fan di Pupo.
Sia dal punto di vista dei contenuti, sia da quello della realizzazione, un esempio di quanto possa essere inutile e brutto un sito è quello dell’Associazione Mondiale per la Ricostruzione del Paradiso Terrestre:www.amorpater.it.
Il cattivo gusto on-line non ha limiti, soprattutto per chi vuole farsi un po’ di pubblicità. Vedere per credere il calendario del sito www.cofanifunebri.it/calendario-2003.htm. Ora procedete pure a fare tutti gli scongiuri del caso…
Una raccolta di siti brutti si trova all’indirizzo www.graphic.it/wastedweb.
L’insostenibile inutilità del Web
Esistono on-line dei siti che rappresentano un inno all’inutilità. Voluta, ostentata, spiazzante. Siti che si presentano come puri e semplici passatempi, ma che in fin dei conti fanno avanzare il contascatti telefonico senza dare alcunché al visitatori. Citiamo, per esempio, “The Prime Number Shitting Bear” (http://members.surfeu.fi/kklaine/primebear.html). Ci scusiamo con i lettori per il titolo poco fine, ma il sito è veramente incredibile. Rappresenta, in pratica, il disegno stilizzato di un orso il cui unico scopo è quello di “espellere” delle cifre: ma solo numeri primi… La matematica non è un’opinione. E nemmeno il trash.§Per non parlare di Emotion Eric (www.emotioneric.com), un tizio che fa espressioni facciali su richiesta. Una faccia da schiaffi, “on demand”.
E che dire del sito “Giant Microbes” (www.giantmicrobes.com) che vende i peluche dei microbi? Chi non ha mai sognato di avere in casa un simpatico pupazzetto del virus ebola, dell’ulcera o dell’influenza? Se invece vi piacciono le suonerie dei cellulari, non perdetevi la prima sinfonia per soli cellulari: www.flong.com/telesymphony.
Continuiamo così, facciamoci del male. L’arte degli origami è un’antica pratica giapponese che consiste nel costruire figure espressive di persone, animali, fiori e oggetti vari piegando ripetutamente uno o più fogli di carta, senza l’ausilio di colla o forbici. C’è chi, invece, è riuscito a prendersi gioco di questa arte: il sito www.origamiboulder.com vende un origami particolarissimi: semplici fogli di carta appallottolati. Spazzatura impagabile.
In tema di provocazioni, segnaliamo anche il sito www.geocities.com/personale_per_manifestazioni. In pratica, se volete organizzare manifestazioni affollate, non dovete far altro che contattare la “InPiazza Enterprise”: per 30.000 euro vi procurerà la bellezza di mille manifestanti “motivati e preparati, che credono negli ideali della protesta, e sono assolutamente pacifici, non-violenti”. Un affare.
Come non parlare poi di Frank (www.robotfrank.com), un tizio che afferma di essere un robot? O della motocicletta a forma di chitarra (www.guitarbike.com)?
Chi desiderasse rivedere la saga di Guerre stellari ricostruita con i mattoncini Lego, si accomodi sul sito www.wainer.com/gls. Casalinghe e habitué dei supermercati non mancheranno di apprezzare le iniziative dell’associazione per la salvaguardia dei carrelli della spesa: www.shoppingcartabuse.com.
Concludiamo la rassegna dei siti da non disperdere nell’ambiente… con un classico: il movimento per la liberazione dei nani da giardino (www.malag.it)
Al termine di questo viaggio nell’immondizia informatica, ognuno decida quali “rifiuti” smaltire e quali riciclare: potreste copiare e incollare qualcuno di questi link, regalando una sana risata ai vostri amici di e-mail…
Il webmaster è un coatto?
Tommaso Labranca (www.labranca.co.uk), il più rigoroso teorizzatore dell’estetica trash, ha esposto nel volume “Andy Warhol era un coatto” (Castelvecchi) il concetto di “bakismo”. Alcuni programmi informatici, quando aggiornano un documento, mantengono traccia della versione precedente alle modifiche, identificata con l’estensione “.bak”. Il file BAK è sempre meno interessante di quello aggiornato, perché superato. Questa metafora serve a spiegare cosa sia il trash: un’emulazione ritardata, e fallita. Un brutta copia dell’originale.
Uno degli esempi più lampanti indicati da Labranca è il cantante nostrano Little Tony, un clone all’amatriciana di Elvis Presley. Visitate la galleria fotografica del sito www.littletony.it. Altro esempio è quello di Roby Vandalo (www.robyvandalo.it) emulatore di Brian Ferry (ex leader dei Roxy Music).
In tema di Internet, un esempio lampante di bakismo è rappresentato dal sitowww.marghe.com, dove l’intera grafica (in particolar modo nei titoli) è scopiazzata dal logo della band metal Metallica. Da brividi anche il sito del sosia di Adriano Celentano, Tony Serafino.
Internet kitsch
Dal punto di vista culturale, e in particolare dalla prospettiva della storia dell’arte, il trash è l’utilizzo in chiave artistica del contenuto delle pattumiere, degli scarti industriali, dei rifiuti della civiltà tecnologica. Da non confondere con il termine tedesco “kitsch”, che ha sempre come riferimento l’oggetto artistico, seppur simulato, copiato e snaturato in un’imitazione di scadente qualità, ma soprattutto di cattivo gusto. Internet è piena di manifestazioni di questo tipo.
Cominciamo la nostra carrellata con un sito che propone alcune opere d’arte un po’ particolari: si tratta delle creazioni di Antonio Riello (web.tiscali.it/ladiesweapons/weapons.html), armi rivestite con pelle maculata, pelo giallo o colorate d’oro.
Ricordate i “Furby”, quei simpatici pupazzetti parlanti che imperversavano qualche anno fa? Bene, su questo sito è stata eseguita l’autopsia di un Furby: www.phobe.com/furby. Sempre in tema di pupazzetti, qui trovate un guida su come realizzare un bonsai di Pikachu, il più celebre dei Pokemon: www.bonsaipikachu.com. Se quest’ultimo non vi basta, qui scoprirete come si cucinano i Pokemon: www.jarusa.com/pokemon.
Qui invece trovate una collezione di nani da giardino che hanno fatto una brutta fine: www.bifrost.com.au/hosting/gnomes. Per concludere, eccovi una collezione di pupazzi (in perfetto stile Barbie e Ken) di Bush, Saddam e Osama Bin Laden: www.herobuilders.com. Davvero tremendi.