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Perché gli insegnanti non devono avere paura di ChatGPT (cinque idee per usarlo in classe)

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Di fronte a una rivoluzione – quella dell’intelligenza artificiale che scrive i contenuti (e non solo) al posto nostro – serve la saggezza degli antichi. Cesare disse:

“Se non puoi sconfiggere il tuo nemico, fattelo amico”

L’A.I. non va combattuta, ma governata, usata. Qualcuno direbbe: sfruttata (nasceranno dei sindacati a difesa degli algoritmi e dei robot?). In realtà preferisco riportare un’altra frase che circola anonimamente sui social da qualche settimana:

“L’intelligenza artificiale non ti ruberà il lavoro. Chi sa usare l’intelligenza artificiale lo farà”

Che cos’è ChatGPT?

Ormai su ChatGPT se ne sono dette di tutti i colori: cos’è, cosa non è, perché è così intelligente e perché è così stupido (la solita storia “umbertoechiana” degli apocalittici e degli integrati). Anche io ho dato il mio modesto contributo, non voglio ripetermi. In questo video trovi le dieci cose che devi sapere sullo strumento di OpenAI:

Perché gli insegnanti hanno paura di ChatGPT?

Tra i tanti professionisti spaventati dalla comparsa quasi improvvisa, lo scorso 30 novembre 2022, del famigerato ChatGPT, oltre a giornalisti, blogger, social media manager, programmatori e scrittori, ci sono anche gli insegnanti. Perché? Basta guardare, tra i tanti, il seguente video:

Questo è solo un esempio, se ne trovano centinaia, forse migliaia. È uno tsunami. Anche TikTok ne è pieno:

Molti dicono, a ragione, che l’era delle tesine, in generale dei compiti a casa come li abbiamo concepiti finora, sia finita. Fare i furbi non è mai stato così facile, si legge su Forbes (pare un gioco di parole). Anche perché se beccare plagi online è relativamente facile, non si può dire altrettanto riguardo i testi generati da un algoritmo: personalmente ho provato diversi “ai detector”, come questo, e spesso non funzionano. E comunque i ragazzi sanno benissimo che basta usare altri strumenti, detti paraphrasing tool, per rimediare.

L’impatto dell’A.I. sull’insegnamento

Il Joint Research Center UE ha analizzato l’impatto potenziale dell’intelligenza artificiale sui compiti che normalmente svolge un insegnante di una scuola secondaria di prima grado. Ecco il risultato:

In parole povere, gli insegnanti possono preparare meglio (e più velocemente) le lezioni, ma soprattutto comprendere più efficacemente le esigenze degli studenti, variando metodi e materiali. Possono valutare più efficacemente i loro progressi. Possono fare lezioni in più lingue. Aiutano gli studenti in difficoltà con tutoraggi e recuperi. Può migliorare anche la comunicazione con i genitori.

Come gli insegnanti possono usare ChatGPT in concreto

Posto che il luddismo non è un’opzione praticabile, come possono gli insegnanti sfruttare questo strumento “diabolico” a loro vantaggio? Come integrarlo nella didattica, nel lavoro in classe, come farlo usare bene agli studenti?
In un articolo pubblicato sul proprio blog, OpenAI punta forte su ChatGPT in classe. Afferma che il suo chatbot possa agire come un assistente virtuale per gli insegnanti, aiutandoli a creare quiz, test e piani di lezione. Questo strumento può anche essere utilizzato per rendere le domande più inclusive e accessibili per tutti i livelli di apprendimento.
Un altro vantaggio significativo di ChatGPT è la sua capacità di aiutare gli studenti che non parlano inglese come prima lingua. Dr. Anthony Kaziboni, responsabile della ricerca presso l’Università di Johannesburg, incoraggia i suoi studenti a utilizzare ChatGPT per migliorare la loro padronanza dell’inglese, sia nella scrittura che nella conversazione. Geetha Venugopal, un’insegnante di scienze informatiche, sottolinea l’importanza di utilizzare ChatGPT in modo responsabile. Gli studenti devono essere educati a pensare in modo critico e a verificare le informazioni fornite dal modello, proprio come farebbero con qualsiasi altra fonte.

Personalmente ho raccolto la sfida e cinque idee d’uso dell’AI generativa in classe.

1. Dare suggerimenti per la revisione dei testi

Si può chiedere al chatbot di leggere, correggere o migliorare un testo.

Mr. ChatGPT può anche fornire suggerimenti specifici per grammatica, lessico e struttura delle frasi o di un intero saggio. Dipende che cosa gli si chiede (chi domanda, comanda!), e soprattutto come: in gergo, l’interrogazione di questo “oracolo” si chiama prompt. Insomma, lo studente può far riscrivere il proprio testo e confrontare le due versioni.

In realtà si può fare anche il contrario. Per indurre i ragazzi a riflettere sui limiti dello strumento, si può chiedere loro di correggerlo: «In un mondo in cui l’intelligenza artificiale può sostanzialmente scrivere un saggio con un semplice clic, abbiamo bisogno che i nostri studenti padroneggino diverse abilità. Per esempio, devono capire se il testo è buono o se manca il contesto, se ha utilizzato dati distorti o se manca di creatività. Queste saranno abilità molto più importanti rispetto alla scrittura, e per questo dobbiamo tenerne conto nella valutazione»: parola di Matt Glanville, capo dell’organizzazione dei metodi di valutazione del Baccalaureato Internazionale (intervista al Guardian).

2. Combattere il panico da pagina bianca

Come i giornalisti e i blogger, anche gli studenti possono chiedere a ChatGPT di generare idee. Per esempio, per un lavoro di gruppo gli studenti possono ordinargli di proporre delle idee su format di contenuti da sviluppare per parlare del tema del giorno.

L’insegnante e gli studenti potrebbero anche generare prompt (interrogazioni del chatbot) fantasiosi. Un esempio? Mi sono divertito a chiedere a ChatGPT di entrare in un quadro di Dalì e descrivere che cosa vede:

È possibile generare di tutto: liste di vocaboli o parole chiave a partire da un testo, elenchi di libri e film, tabelle comparative, macro di Excel e così via.

3. Dibattiti e discussioni

Ho chiesto a ChatGPT di fingere d’essere Nietzsche (che dice?), di pensare, parlare e polemizzare come lui. È stato molto stimolante:

Più prosaicamente possiamo chiedere all’algoritmo di agire come un recruiter: in tal modo i ragazzi, soprattutto quelli vicini alla maturità o alla laurea, possono esercitarsi.

È possibile anche “parlare” con i libri, grazie a strumenti basati su ChatGTP, come racconto in questo video:

4 Creare quiz e test

L’insegnante potrebbe realizzare velocemente dei test per valutare la comprensione di un testo o la preparazione degli studenti (facendo molta attenzione alle risposte, a volte strampalate). Anche gli studenti hanno la possibilità di generare i propri quiz per verificare il livello di preparazione. Chiaramente ordinando a ChatGPT di aspettare a svelare la risposta corretta. Bisogna dirgli: “Scrivi un quiz con quattro domande, una delle quali corretta. Aspetta la mia risposta prima di dirmi se ho azzeccato”, o qualcosa del genere.

A proposito di quiz e test segnalo anche l’ottimo Yippity.io.

5 Riassumere un lungo video (prima di guardarlo)

Tra i tanti usi di ChatGPT, questo è particolarmente intrigante: prendere la trascrizione di un video YouTube, darla in pasto all’algoritmo di OpenAI per generare riassunti, magari un elenco puntato. Perché? Per capire se vale la pena vedere il video, o quale parte preferire in caso di mancanza di tempo. In questo video mostro anche come prendere la trascrizione automatica del video da YouTube:

Extra: come gli insegnanti possono usare Dall-E

Ultimamente leggo spesso articoli di questo tenore: “Intelligenza artificiale, gli #insegnanti rischiano veramente di essere soppiantati in futuro?“. A mio parere, no! In questo video spiego come il lavoro degli insegnanti debba essere quello di spiegare come usare le AI generative, con input stimolanti e suggerimenti, anche di carattere culturale, per migliorare i prompt.

L’infografica di Ditch That Textbook

P.S.: l’immagine nel banner di questo articolo è stata creata con un’altra intelligenza artificiale: MidJourney. Non è bellissima?

Il mio speech per STEP

Nel gennaio 2024 ho tenuto uno speech di un’ora per STEP su questo tema.

Qui puoi vedere la registrazione dell’evento:

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