La nuova casa di Vodafone

L’ad Paolo Bertoluzzo: “Il complesso deve essere un segnale per il futuro: per noi e per il Paese”.

Fronte

Il Vodafone Village, la nuova sede di Milano del secondo operatore Tlc italiano, è sorto sulle rovine di una vecchia area dismessa e abbandonata di via Lorenteggio, dopo quasi quattro anni di lavori. Inaugurato in concomitanza del ventennale di attività nel nostro paese e alla presenza delle maggiori autorità cittadine e nazionali (dal sindaco Pisapia al presidente della provincia Podestà, fino al premier Monti), vanta numeri da capogiro: 300 milioni di euro di investimenti, un complesso di tre palazzine (14, 12 e 10 piani) per un totale di quasi 67.000 metri quadrati; un gigante con 27.000 mq di superfici vetrate (il 90% delle facciate): le finestre a triplo vetro, con all’interno schermi a lamelle mobili che interagiscono con le radiazioni solari, permettono di ottenere il maggior comfort ambientale e il minor dispendio energetico. Vodafone, a tal proposito, ha puntato tutto sull’ecosostenibilità: sono state ridotte della metà le emissioni di CO2 dell’intero complesso e uno speciale cemento fotocatalitico neutralizza le sostanze inquinanti presenti nell’aria. Un giardino fotovoltaico da 800 metri quadrati (con 65 pannelli) e un impianto di trigenerazione da 3 Megawatt garantiscono l’autonomia energetica.
Dal punto di vista operativo, all’interno del Vodafone Village, aperto in parte anche ai clienti grazie a un centro informativo interattivo dove sperimentare servizi e prodotti, si controlla l’intera infrastruttura di rete (Network Operations Center) e la centrale operativa di sicurezza (Security Operations Center). Completano il complesso un Learning Center (un luogo di formazione per ospitare 180 dipendenti e partner) e un auditorium da 400 posti, aperto anche a iniziative esterne.
L’ad Italia Paolo Bertoluzzo ha presentato con entusiasmo la cittadella realizzata dal Gruppo Carminati, e progettata dagli architetti Gantes e Morisi: “La nostra nuova casa non è solo un avveniristico polo tecnologico-commerciale. È un simbolo: la risposta di un’azienda che investe sul futuro. Del resto Vodafone è il primo investitore estero in Italia, con un miliardo di euro l’anno. Abbiamo voluto creare, in meno di quattro anni, un complesso all’altezza delle nostre ambizioni”.
Gli fa eco Vittorio Colao. Il Ceo del gruppo sottolinea l’importanza dello sforzo (è il principale investimento di real estate del gruppo nel mondo): “La quinta società europea, prima nel settore delle TLC, ha sempre ritenuto l’Italia un Paese strategico: sicuramente il più importante dal punto di vista dell’innovazione; basti pensare alla NFC, agli SMS solidali, alla station convergente: tutti nati qui ed esportati all’estero. Ora Vodafone Italia, dopo venti anni di attività e 20 miliardi di investimenti (15 in nuove tecnologie e 5 allo Stato…), ha il quartier generale che si merita: un punto di riferimento anche per le nostre 3500 aziende partner. Non sono più i tempi di Ivrea, quando il nostro stabilimento non aveva nemmeno i bagni…”. Ora la nuova sede vanta anche un asilo (con 66 posti, aperto anche ai bambini del quartiere), un centro medico, una mensa da 800 posti, decine di luoghi per meeting e relax. Un luogo di lavoro ideale per i 3000 dipendenti (sugli 8000 italiani), finora sparsi in una quindicina di sedi diverse nell’hinterland del capoluogo lombardo: nel Village i lavoratori, tutti dotati di smartphone, potranno usare la Village Navigator, un’app per orientarsi nel complesso e comunicare tra loro, ed effettuare tutti i pagamenti (ristorante, area break) in modalità contactless. Persino la cafeteria è intelligente: è dotata di un servizio on-line che permette di evitare le code… Spazi connessi e condivisi, diversi luoghi di aggregazione, fanno di questa cittadella un luogo di lavoro di moderno, ideale.

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