Sinossi
Posta, documenti, programmi, foto, video, contatti, libri, canzoni, film, giochi: con l’avvento del cloud computing tutto finirà sulla “nuvola” e nulla sarà più come nell’era dei PC, dei CD-ROM, delle chiavette USB e dei software in scatola. Il processo, inarrestabile, è già in atto e sta cambiando le nostre vite, spesso a nostra insaputa. Nel libro illustro pro e contro del cloud e, in concreto, quali sono i servizi, i documenti e i contenuti che stanno “sloggiando” dai nostri computer, grazie al Web, complici smartphone e tablet.
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Le recensioni / Segnalazioni
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Golden Backstage
Il Corriere della Sera, nell’inserto Economia del 3 giugno 2013, ha citato “Vivere nella nuvola” e ha pubblicato una mia breve intervista:
La segnalazione di “Vivere nella nuvola” pubblicata sul Corriere della Comunicazioni:
La recensione pubblicata da ItaliaOggi il 24 giugno 2013 (link):
La recensione su “PC Professionale” del luglio 2013:
Vivere nella nuvola è finito anche su Il resto del Carlino del 22 marzo 2014:
La presentazione del libro
Il “Vivere nella nuvola tour” 2013/2014
Ho presentato il libro una decine di volte. Questa la prima presentazione, a Mezzago (MI) – scusate la pessima qualità del video:
Tutte le tappe del tour:
sabato 9 novembre 2013 – Biblioteca di Mezzago (MB)
martedì 17 dicembre 2013 – IED – Milano
mercoledì 15 gennaio 2014 – Biblioteca di Ponte San Pietro (BG)
domenica 16 febbraio 2014 – Biblioteca di Rosate (MI)
sabato 22 febbraio 2014 – Biblioteca di Sesto San Giovanni (MI)
giovedì 27 febbraio 2014 – Biblioteca di Bonate Sopra (BG)
sabato 15 marzo 2014 – Biblioteca di Mortara (PV)
martedì 18 marzo 2014 – Fiera del libro di Mapello (Centro commerciale Continente)
sabato 22 marzo 2014 – Biblioteca di Pesaro (PU)
sabato 29 marzo 2014 – Libreria Il Gabbiano di Vimercate (MI)
mercoledì 7 maggio 2014 – Università degli Studi di Milano – Dip. di Informatica
Le slide della presentazione

Il fenomeno dei servizi in cloud, che in ambito aziendale si declinano come “software as a service”, ormai è esploso e riguarda tutti noi, comuni mortali, che nel corso di questi anni abbiamo rottamato dischi e dischetti, CD e DVD, e stiamo per dire addio anche alle chiavette USB (della serie: non ti “supporto” più). Tutti usiamo servizi in cloud computing, a volte “a nostra insaputa” (come va di moda dire in altri ambiti): alzi la mano chi non ha una casella Gmail o Hotmail, non ha mai caricato un video su YouTube, non ha salvato dei documenti in Dropbox o Google Documenti o SkyDrive, o non ha mai usato lo streaming foto dell’iPhone e dell’iPad. Rete e cloud ormai viaggiano (ad alta velocità) a braccetto.
I nostri dati stanno abbandonando dischi fissi e memoria di massa per andarsene lassù, nella nuvola. È un cambiamento non da poco: normale che ci siano dei timori (se non terrore). Gli spauracchi più diffusi sono: la perdita di controllo dei dati (se non sono qui, dove si trovano “fisicamente”?), l’impossibilità di accedervi per mancanza di connessione o blackout del servizio (succede anche ai migliori), la questione privacy (Dropbox esplicita che, per policy aziendale, i suoi dipendenti non possono curiosare tra i nostri dati), la necessità comunque di un backup (e di un backup del backup?), il rischio malware (anche se di norma non dovrebbe più essere un problema nostro) e di attacchi informatici in generale (DDOS e social engineering).
Insomma, il fatto di delegare la gestione dei propri dati a qualcun altro non elimina le paturnie. Ma di una cosa possiamo essere certi: in caso di temporale, i nostri file sono all’asciutto.