Come usare gli hashtag su LinkedIn
Ormai abbiamo un hashtag per qualsiasi cosa. Il famoso “cancelletto” non è altro che un tag, un’etichetta, una parola chiave o un termine associato che viene utilizzato in Rete e nei social network come “aggregatore tematico” per rendere più facile agli utenti la fruizione e la ricerca dei contenuti. Il termine “hashtag” nasce dalla fusione delle parole “hash” (cancelletto) e “tag” (etichetta) e deve la sua popolarità principalmente a Twitter che l’ha utilizzato per contrassegnare le parole chiavi. Un’idea semplice e rivoluzionaria che permetteva all’utente di creare una propria rete di collegamenti semplicemente contrassegnando un messaggio con un “hashtag”. L’idea ebbe grande successo e fu riproposta anche dagli altri social network che stavano nascendo in quel periodo, Facebook e Instagram in primis.
La creazione degli hashtag
La nascita degli hashtag ha una data ben precisa: il 23 agosto 2007 il blogger e avvocato statunitense Chris Messina ha l’idea di usare il simbolo del cancelletto (“#”) per raggruppare i gruppi di conversazione nella piattaforma di microblogging creata da Jack Dorsey nel 2006 (il sopracitato Twitter), un modo efficace per inviare brevi SMS a specifici gruppi di persone. Il nome di Twitter deriva proprio da qui: i cinguettii da 140 caratteri (sono diventati 280 solo nel novembre 2017) ben si adattavano al progetto ideato da Dorsey. L’hashtag può essere creato da un utente inserendo il famoso cancelletto “#” davanti a una parola o a una (breve) frase nel messaggio che si sta scrivendo. La parola magica può essere composta da lettere, cifre e sottolineature: la ricerca di un hashtag restituisce tutti i messaggi che sono stati etichettati nello stesso modo.
Gli hashtag nei social network
Se Instagram e Twitter ne hanno fatto il proprio mantra (in Facebook hanno una valenza diversa), anche su una piattaforma professionale come LinkedIn gli hashtag sono diventati fondamentali per dare visibilità alla propria rete di contatti e alla pubblicazione di contenuti. Questa funzione è stata aggiunta solo recentemente (nel 2018 per la precisione, anche se ha preso davvero piede nel 2019) e viene utilizzata in modo diverso rispetto agli altri social network. Per esempio, usare gli hashtag più utilizzati dagli utenti per pubblicare i propri contenuti ha una valenza diversa in LinkedIn rispetto a quello che accade regolarmente in Instagram o Twitter. È importante conoscere gli hashtag, studiarne l’efficace e l’utilizzo e sapere quale e quando utilizzare quello giusto al momento giusto (e al post giusto). Ecco come.
Come usare gli hashtag su LinkedIn
I famosi aggiornamenti (sono definiti così gli hashtag nella piattaforma) possiamo usarli quando pubblichiamo un post o un articolo. Il loro inserimento è semplice e immediato, sulla falsariga di quello che accade solitamente negli altri social network. Possiamo aggiungerli, per esempio, agli articoli interni che troviamo in LinkedIn. Per farlo, andiamo sulla pagina iniziale e clicchiamo sulla voce “Scrivi un articolo”. Una volta scritto il nostro articolo non ci resta che metterlo a disposizione di tutti cliccando su “Pubblica”: si apre una finestra e alla voce “Comunica alla rete il contenuto del tuo articolo” possiamo inserire i nostri hashtag oltre a un breve testo introduttivo. È importante ricordare che una volta pubblicato il nostro pezzo non possiamo più modificare o eliminare gli hashtag inseriti. È possibile inserire un hashtag anche al “Titolo” o al “Riepilogo” del nostro profilo ma l’aggiunta non offre finora dei benefici particolari.
Una piccola guida per gli hashtag
Quando si pubblica qualcosa su LinkedIn le prime ore sono quelle più delicate: la piattaforma, infatti, tende a mostrare il contenuto prodotto solo a una piccola porzione di follower per analizzarne il tipo di reazione. Se il contenuto genera un certo interesse, l’algoritmo lo mostrerà successivamente ad altri contatti facendolo diventare virale. Quindi, la prima regola è controllare se il nostro profilo LinkedIn (anche se disponiamo di un account Business) sia pubblico. Sembra scontato ma spesso non lo è: per fugare ogni dubbio andiamo alla voce “Impostazioni del profilo pubblico” e mettiamo la spunta sulla voce “Rendi il mio profilo pubblico visibile a tutti”. In questo modo ogni hashtag che inseriremo potrà essere visualizzato da tutti i membri della piattaforma (oltre 700 milioni di utenti, 15 milioni di italiani) e non solo dalla rete dei propri contatti. Per quanto riguarda i singoli post, selezionando “Impostazioni post” e poi “Pubblico + Twitter” possiamo condividere i post hashtag anche su un’altra piattaforma social come Twitter.
Quando si usa un hashtag LinkedIn crea una sorta di landing page, grazie alla quale altri utenti possono seguire quel tema.
Un breve testo descrittivo è fondamentale
Per sfruttare al meglio gli hashtag è necessario scrivere un breve testo descrittivo. Sembra piuttosto scontato ma postare un semplice link con un’immagine o un video senza una breve descrizione può rivelarsi persino controproducente. Gli hashtag vanno inseriti direttamente all’interno oppure alla conclusione del testo e devono essere necessariamente parte integrante, non un corpo a sé stante. Gli hashtag devono comunicare in modo chiaro il nostro messaggio/obiettivo ed è importante capire se possiamo trasformare una parola chiave in un hashtag vincente. Alcuni termini, infatti, non si prestano a questo tipo di operazione ed è possibile che finiscano in un’altra categoria molto gettonata: lo spam.
Non trasformare ogni parola in un hashtag
Il mio consiglio è di non trasformare in hashtag ogni parola e di usare o crearne altri che siano funzionali al nostro obiettivo. Come negli altri social network, anche gli hashtag su LinkedIn possono includere lettere, numeri e le famose emoji. Per rendere più efficaci i nostri hashtag dobbiamo evitare l’inserimento di spazi e simboli vari all’interno del tag: niente apostrofi, virgole, punti esclamativi, interrogativi e punteggiatura varia. Le lettere maiuscole vanno utilizzate se stiamo usando un hashtag composto da più parole: in questo caso è importante raggrupparle insieme e in modo efficace. Un altro trucco è quello di usare la lingua anglosassone che si dimostra efficace soprattutto nel creare degli slogan o tormentoni vincenti (basta dare un’occhiata alle campagne presidenziali negli Stati Uniti). Se piazziamo il nostro hashtag all’interno di un testo o una frase, la punteggiatura può essere usata, mentre è raccomando usare un controllo ortografico per evitare qualsiasi errore di battitura o di ortografia che possono mettere a repentaglio l’efficacia. È importante trovare un titolo che riesca a dare una certa rilevanza agli hashtag inseriti e soprattutto evitiamo di sostituire una titolazione di un post di Linkedin con una serie di parole del tipo “#5 #motivi #per #ottimizzare #il #tuo #brand”: per gli algoritmi della piattaforma questo equivale a spam.
Quanti e quali hashtag scegliere
Un’altra buona regola è quella di circoscrivere il numero degli hashtag: anche se non c’è un vero e proprio limite da seguire, è importante limitare la voglia taggare qualsiasi cosa per aumentare la portata dei nostri post o articoli. Il limite da non superare è quello dei cinque per post: un numero superiore potrebbe essere interpretato dagli algoritmi che gestiscono la piattaforma come un possibile tentativo di spam. Vale la stessa regola che vige per Instagram o Facebook o nella maggior parte dei social network: è importante identificare il proprio pubblico in base all’argomento e al settore trattato.
I criteri per scegliere un hashtag sono tre:
- pertinenza (al contrario di Instagram, dove spopolano il #picoftheday, su LinkedIn servono hashtag che abbiano a che fare con il contenuto del post o con il proprio lavoro)
- rilevanza (devono essere hashtag che portano un risultato in termini di visibilità, anche se solo su una nicchia)
- concorrenza (chi altro li usa?)
È importante chiedersi “Quali sono le parole chiave che caratterizzano la mia attività?” oppure “Quali keyword vengono effettivamente cercate dai miei potenziali clienti?”. Una volta identificato il proprio target è importante usare degli hashtag giusti per raggiungere la community, per far conoscere le proprie attività/capacità e i contenuti/prodotti della propria azienda e così via. Per trovare gli hashtag “vincenti” è consigliabile dare un’occhiata anche ai vari Twitter, Instagram e compagnia bella. Oltre a cercare gli hashtag su LinkedIn, ovviamente. È importante trovare un buon equilibrio tra gli hashtag più popolari e quelli più tecnici: non va bene essere troppo generici, né troppo specifici.
Un’altra strategia utilizzata per trovare l’hashtag giusto è quello di studiare quello che fanno gli altri. Possiamo aggiungere e seguire gli hashtag che sono per noi interessanti aggiungendoli tra i preferiti, sotto la voce “Le tue Community”. Possiamo creare un elenco personalizzato e monitorando ogni hashtag da noi aggiunto possiamo scoprire quelli che possono fare la differenza per il successo dei nostri post. Per farlo, clicchiamo su “Scopri di più” nella nostra lista di hashtag. È consigliabile concentrarsi su quei contenuti che sono assimilabili alla propria attività/nicchia/brand: in questo modo oltre a recuperare degli hashtag utili è importante partecipare a discussioni per ottenere una maggiore visibilità. Gli hashtag più gettonati negli ultimi anni sono (in ordine di popolarità): #innovation #management #humanresources #digitalmarketing #creativity #technology #future #futurism #markets #entrepreneurship #startups #careers #venturecapital #socialmedia #socialnetworkin #leanstartups #economy #marketing #economics #professionalwomen #branding #advertisingandmarketing.
Comprendere il significato del nostro hashtag
È importante comprendere il significato dei nostri hashtag per evitare qualsiasi tipo di problema e fraintendimento. Per scongiurare sgradite sorprese è consigliabile controllare il nostro hashtag direttamente sui motori di ricerca e analizzare i risultati che ci vengono proposti. Per non sbagliare hashtag è consigliabile utilizzare un foglio di calcolo e segnarsi quelli usati su LinkedIn o quelli più tendenza sulla piattaforma, ordinandoli per categoria e successo.
Conoscere il proprio pubblico
Quando si abbrevia qualcosa è importante conoscere perfettamente il significato degli hashtag che andremo a proporre. Se nessuno conoscesse o riconoscesse una certa sigla/acronimo potrebbe essere difficile raggiungere il nostro pubblico. È importante comprendere bene a chi dobbiamo indirizzare il nostro hashtag: gli oltre 700 milioni di membri di LinkedIn hanno un’età superiore a quella dei frequentatori di altri social network come Instagram o Snapchat, per esempio. Certi acronimi famosi e utilizzati dalla popolazione più giovane potrebbero non essere conosciuti o popolari tra quella più adulta e viceversa. È fondamentale identificare il proprio pubblico per trovare l’hashtag ideale.
In quale area geografica pubblichiamo il nostro hashtag?
Un altro aspetto che dobbiamo considerare nella pubblicazione di un hashtag è l’area geografica. Per esempio, un post o un articolo dedicato al nostro Paese merita un hashtag preciso, la stessa cosa se lo dobbiamo indirizzare in Europa o negli Stati Uniti. La stessa analisi dobbiamo farla per scegliere la lingua in cui scrivere il nostro post o articolo: il Nord America rappresenta circa il 30% di tutti gli utenti iscritti a LinkedIn, senza dimenticare il Regno Unito e tutte le ex-colonie britanniche appartenenti al Commonwealth. L’inglese in tutte le sue declinazioni è una delle lingue più parlate al mondo (i madrelingua sfiorano i 400.000 milioni) e rimane il linguaggio più importante a livello mondiale con più di 1 miliardo di persone che lo parlano come seconda o terza lingua in diverse circostanze, in particolare nel mondo degli affari, nell’ambito dei viaggi e soprattutto nel campo delle relazioni internazionali. Più di 50 paesi hanno l’inglese come lingua ufficiale ed è presente in almeno un paese di ciascun continente. Quindi, pubblicare un hashtag in inglese può essere un gran bel vantaggio. Se invece il nostro pubblico di riferimento è italiano possiamo puntare sulla creazione di hashtag nella nostra lingua: in questo caso è caldamente raccomandato evitare l’inglese.
Gli algoritmi di LinkedIn possono suggerire l’hashtag giusto
Se siamo in difficoltà nella scelta di hashtag possiamo sempre affidarci agli algoritmi di LinkedIn: la piattaforma suggerisce in modo automatico alcune parole chiavi che potrebbero essere attinenti all’argomento che stiamo trattando. Non è obbligatorio usarli: in qualche caso le soluzioni proposte possono essere estremamente utili, in altri è meglio usare la nostra testa invece dell’Intelligenza Artificiale per trovare quelli che possono mettere in risalto i nostri contenuti.
LinkedIn Analytics, uno strumento davvero prezioso
Un’altra tecnica che possiamo utilizzare e quella di analizzare i post e gli articoli più letti: per farlo possiamo usare uno strumento prezioso come LinkedIn Analytics che ci permette di ottimizzare i nostri contenuti e di ottenere dei risultati apprezzabili. Spesso, scegliere gli hashtag e i topic “giusti” per i nostri contenuti per “colpire” le persone “giuste” potrebbe però rivelarsi più difficile del previsto. Per usarli dobbiamo selezionare i LinkedIn profile analytics: avremo così accesso a moltissime informazioni riguardanti chi ha visitato il nostro profilo e quante visualizzazioni ricevono i nostri post. Facciamo clic su “Chi ha visitato il tuo profilo?” e avremo un bel grafico con l’andamento progressivo delle visite degli altri utenti al nostro profilo o alle nostre pagine negli ultimi 90 giorni e avremo accesso a numerose informazioni del tipo chi sono, dove lavorano, e altri dettagli (se le impostazioni di privacy degli utenti lo permettono). Se invece il nostro “visitatore” usa la modalità “privato” lo vedremo visualizzato solo come “membro di LinkedIn”.
Il secondo tool è quello più interessante perché ci permette di scoprire quante persone hanno interagito col nostro ultimo post. Cliccando su “Visualizzazioni del tuo post” possiamo accedere alla cronologia delle nostre attività e potremo controllare tutte le attività sui post: like (“consiglia”), commenti e condivisioni, ed alcune statistiche sulle visualizzazioni (zona geografica, categoria, qualifica e altro). Soprattutto possiamo scoprire da dove gli utenti hanno trovato i nostri contenuti (da LinkedIn, Facebook o da motori di ricerca come Google, Bing o Yahoo Search) e quali hashtag hanno funzionato bene. Analizzando i nostri post di maggiore successo troveremo determinati hashtag: il consiglio è di insistere con quelli per migliorare le nostre performance.
Valorizzare il brand creando degli eventi online
Gli eventi online spesso sono associati ad hashtag: le aziende li usano non solo per promuovere prodotti e valorizzare brand ma anche per costruire un network di contatti. Possiamo usare un hashtag di questo tipo per far conoscere noi, la nostra azienda oppure per lanciare un nuovo brand. È importante creare un hashtag specifico per ogni campagna pubblicitaria, evento o iniziativa particolare promosso dalla nostra azienda. Creare un hashtag pubblicitario che funziona richiede molta fantasia e originalità. I requisiti necessari sono sostanzialmente due: semplicità e brevità (al massimo tre o quattro parole). Da evitare categoricamente la punteggiatura, le abbreviazioni e l’ironia: LinkedIn è una piattaforma studiata per un uso professionale e si pone in modo diverso ai vari Twitter, Facebook e Instagram.
LinkedIn Elevate per sfruttare gli altri social network
È importante non abusare anche dei cosiddetti hashtag pubblicitari nel perseguire la filosofia aziendale: con lo strumento LinkedIn Elevate che sta per essere integrato in modo gratuito in Pages (non esisterà più come app singola) possiamo creare hashtag aziendali e condividere contenuti sugli altri social network.
L’hashtag aziendale può essere aggiunto automaticamente ai post dei dipendenti che possono a loro volta taggare i contenuti a essa legati e condividerli sui rispettivi account creando così un effetto virale sui social media, aumentando così la visibilità del contenuto e raggiungendo potenzialmente milioni di altre persone.
Menzionare alle volte è meglio di usare l’hashtag
In qualche caso è più conveniente menzionare una persona o un’azienda piuttosto che utilizzare il solito hashtag. Questa funzione permette di aumentare le interazioni e le conversazioni tra i membri di LinkedIn e rende l’aggiornamento del proprio stato personale ancor più rilevante nell’ecosistema della piattaforma.
Per menzionare qualcuno in un post sulla nostra home page facciamo clic su “Avvia un post” o su “Commento” nella parte inferiore del post di qualcun altro. Inseriamo il simbolo “@” e iniziamo a digitare un nome: a questo punto apparirà un menu a tendina con un elenco di potenziali persone che è possibile menzionare. Facciamo clic sul nome della persona o delle persone che vogliamo menzionare nell’elenco e continuiamo a digitare il messaggio. La persona citata riceverà una e-mail e una notifica ogni volta che verrà menzionata. La funzione, come scritto precedentemente, è disponibile anche nei commenti: in questo caso è possibile menzionare anche un membro di LinkedIn con cui non si è collegati ma che ha commentato lo stesso aggiornamento. Per saperne di più vi consigliamo di consultare la guida ufficiale.
Strumenti per trovare gli hashtag
Con la barra di ricerca è possibile filtrare persone, gruppi o aziende che usano l’hashtag e scovare l’hashtag che può raggiungere il nostro pubblico o un segmento specifico che non abbiamo ancora esplorato.
Possiamo usare anche un servizio versatile come Hashtagify.me per scoprire quali sono gli hashtag più popolari e utilizzati: non in LinkedIn ma negli altri social network come Twitter e Istagram. Il programma mostrerà anche chi li sta usando in un determinato periodo e così via.
Se abbiamo dubbi sul significato di determinati hashtag possiamo usare un programma come Tagdef: in pochi istanti avremo la definizione di ciò che ci interessa. Oltre a scoprire il significato degli hashtag, Tagdef ci permette di analizzare le tendenze del momento a livello social network.
Servono davvero?
Non c’è dubbio che gli hashtag siano una bella aggiunta nell’ecosistema di LinkedIn: saperli sfruttare è un bel plus per promuovere le proprie attività e quella della propria azienda. Con un po’ di pratica e qualche accorgimento possiamo è possibile trovare l’hashtag vincente per far decollare la campagna pubblicitaria di un nuovo prodotto o per rilanciare un vecchio brand. Quindi, è tempo di usare il famoso cancelletto!
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