Che cos’è l’Agenda Digitale?
Ecco, in sintesi, il programma del Governo italiano, cantiere per cantiere.
Si parla tanto, ultimamente di Agenda digitale. Che cos’è? Cosa cambierà davvero per cittadini e aziende? Qui riassumiamo i sei “cantieri” aperti.
Infrastruttura e sicurezza
Per infrastrutture si intende principalmente mettere a disposizione la banda larga, su fisso e mobile, di tutti. Questi gli obiettivi del Governo per i prossimi anni:
1. Banda larga di base (almeno 2 Mbps) per tutti entro il 2013. Questo chiaramente comporterà molti investimenti, prevalentemente al Sud: se nel Nord sono solo due milioni i cittadini scoperti, nelle otto regioni del Sud bisogna azzerare il cosiddetto “digital divide”, a costo di spendere 170 milioni di euro. Previsti investimenti, e sgravi, per la fibra ottica: per informazioni sulla fibra di Telecom occorre visitare il sito Web www.telecomitalia.it/internet/fibra.
2. Banda larga veloce entro il 2020: copertura con banda larga pari o superiore a 30 Mbps per il 100% dei cittadini (anche a livello europeo). Un passo avanti è già stato fatto dagli operatori, primo tra tutti Telecom, che ha debuttato con la LTE, la banda mobile ultralarga di quarta generazione, già da dicembre 2012 per tutti i clienti business: www.professionisti-itis.it/open_mind/archivio/201211071033-e_partito_lultrabroadband.html.
3. Banda larga ultraveloce entro il 2020: il 50% degli utenti domestici europei dovrebbe avere abbonamenti per servizi con velocità superiore a 100 Mbps.
4. Politiche di rafforzamento della sicurezza delle reti, volte alla lotta agli attacchi cibernetici e alla costituzione di un CERT (Computer Emergency Respons team; esiste già un istituto simile a livello europeo). Sicurezza intesa a 360 gradi: contro gli attacchi, dei pagamenti (per contribuire alla diffusione dell’e-commerce, che vedremo poi). Ma anche sicurezza dell’identità (si parla anche di PEC, la posta elettronica certificata e di Sistema Pubblico di Connettività, detto SPC). Telecom Italia, da diversi anni, pone la propria attenzione sui sistemi per la scoperta e la protezione dagli attacchi su reti/sistemi e, all’avanguardia, su sistemi per l’autenticazione e l’identificazione degli accessi tramite riconoscimento biometrico. Ha ideato e brevettato tecniche innovative per il rilevamento di attacchi su backbone IP, LAN aziendali e sulle reti Wi-Fi, che consentono di realizzare strumenti di sicurezza di elevata efficacia e a basso costo, per non parlare di funzionalità di firewalling e acceleratori crittografici direttamente implementabili in hardware.
Le cose, di solito, nel mondo della tecnologia (ma non solo), funzionano così: o i cambiamenti si fanno dal basso oppure serve un input dall’alto, dal punto di vista legislativo: per questo si stiano definendo una serie di provvedimenti normativi volti ad accelerare lo sviluppo delle reti a banda larga e ultralarga. Qualche esempio? Promuovere la condivisione degli scavi e incentivare la realizzazione di infrastrutture nelle aree meno remunerative per le Telco.
E-commerce e moneta elettronica
Abbiamo parlato di sicurezza dei pagamenti on-line. Condizione essenziale per convincere i cittadini a usare i mezzi di pagamento su Internet. Tanto va fatto anche per quanto riguarda la diffusione dei sistemi di pagamento. Altro che e-pagamenti, qui parliamo ancora di pagamenti nei negozi: dall’inizio del 2014 tutti gli esercenti dovranno accettare la moneta elettronica, tramite Pos (il cui acquisto sarà sovvenzionato dallo Stato), oltre certi importi. No, niente NFC obbligatoria: parliamo ancora di bancomat e carte di credito.
Chiaramente non si può prescindere dall’e-commerce vero e proprio. L’obiettivo è che, entro il 2015, metà della popolazione compri on-line (nel 2011 era il 26%). Per le imprese, l’obiettivo è il seguente: un terzo delle PMI dovrebbe trasferire parte del proprio business on-line, sempre entro tre anni. Le soluzioni di Impresa Semplice per l’e-commerce sono numerose: su tutte l’innovativa Ospit@ e-Commerce (www.professionisti-itis.it/offerta/archivio/201211091132-ospitsuite_ospit_e_commerce.html).
Alfabetizzazione
Abbiamo parlato di e-commerce. Uno dei maggiori colli di bottiglia è proprio la conoscenza dei mezzi informatici da parte dei consumatori: quasi una famiglia italiana su due (41% secondo l’Istat) non ha un computer perché non saprebbe nemmeno come accenderlo. L’alfabetizzazione è quindi indispensabile, anche per le imprese: occorre diffondere le competenze digitali. Come? Partendo dalle scuole (dove ora il rapporto PC/Studenti è di 1 a 10…) e dagli incentivi all’acquisto di tecnologia. Le famiglie con un reddito complessivo inferiore a 20.000 euro, e delle quali faccia parte un minorenne che ha compiuto il quattordicesimo anno di età, è assegnato, per il 2013, un contributo di 100 euro per l’acquisto di un computer fisso, di un notebook o di un tablet. Visto che va tanto di moda, anche qui si parla di “rottamazione”: bisogna disfarsi dei ferri vecchi, anche dei PC con ancora a bordo Windows Xp (lo sapevate che solo quest’estate i computer con Seven hanno superato quelli con installato Xp?). Vi sarà un contributo di 50 euro per l’acquisto di una chiavetta per la connessione a Internet.
E-government
Quello del governo elettronico e della DigitalPA, la pubblica amministrazione al passo coi tempi digitali, è un tema cardine dell’Agenda digitale (e della spending review, se vogliamo). L’informatizzazione della pubblica amministrazione, di cui si parla da tempo immemore (sono vent’anni o più che si blatera di digitalizzazione e di addio alla carta), potrebbe subire finalmente un’accelerata (da quanto aspettiamo la carta d’identità elettronica e la PEC?) e portare quei risparmi, di tempo e denaro, tanto attesi. In un momento difficile per lo Stato e la politica, potrebbe portare anche trasparenza, grazie agli “open data”: per dati aperti si intende la possibilità, data a tutti i cittadini (via Internet), di accedere alle informazioni riguardanti l’amministrazione della cosa pubblica, come bilanci, preventivi, rimborsi spese, costi della politica e così via.
Grandi passi avanti si avranno, si spera, anche nei settori della giustizia (nei procedimenti civili tutte le comunicazioni e notificazioni a cura delle cancellerie o delle segreterie degli uffici giudiziari saranno effettuate esclusivamente via e-mail, se il destinatario ha la PEC), dell’istruzione (si parla finalmente di eBook obbligatori dal 2013/14) e sanità (il fascicolo sanitario elettronico, Fse, conterrà tutti i dati digitali di tipo sanitario e sociosanitario del cittadino e le ricette, dal 2015, saranno digitali).
Ricerca e innovazione
Il Governo ha trovato i soldi per finanziare i progetti di ricerca e innovazione. Quali? Lo decideranno il Miur (il Ministero dell’università e della ricerca), il Mise (il Ministero dello sviluppo economico) e l’Agenzia per l’Italia digitale. Quest’ultimo, un ente che si occuperà di innovazione e che accorperà quelli già esistenti, dovrà promuovere la definizione e lo sviluppo di grandi progetti strategici connessi alla realizzazione dell’Agenda digitale, anche in conformità con il programma europeo Horizon2020: un programma da 80 miliardi di euro che raggruppa gli investimenti dell’UE per la ricerca e l’innovazione.
Il discorso innovazione non può prescindere dal considerare chi innova veramente, in questo Paese: le startup. Per la prima volta vengono riconosciute e aiutate: le nuove aziende più innovative godranno della riduzione degli oneri per l’avvio.
Smart communities
Al di là della definizione di smart communities, parente stretto e a volte sinonimo di smart cities, quello che conta è l’obiettivo di migliorare la vita dei cittadini nei contesti urbani grazie alla tecnologia. Si immaginano spazi aperti, agorà dove i cittadini discutono e decidono, sinergie tra imprese e centri di ricerca ma, molto più concretamente, nel breve, vedremo “solo” biglietti di viaggio elettronici, dispositivi che analizzano e prevedono i flussi di traffico e qualche meccanismo di partecipazione della cittadinanza, ancora da definire.
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