Mai più in fila
[articolo del 2002]
Com’è cambiata la burocrazia con l’introduzione delle nuove tecnologie? Seguiteci in questo viaggio tra le “scartoffie virtuali”.
Lo scopo della burocrazia è di condurre gli affari dello Stato nella peggiore maniera e nel più lungo tempo possibili. In ogni caso – recita la “legge di Murphy sulla burocrazia” – se qualcosa può andar male lo farà, in triplice copia. Questi aforismi contengono qualcosa di vero: rappresentano se non altro il diffuso sentimento di impotenza e sfiducia del cittadino nei confronti della Pubblica Amministrazione, definita da alcuni studiosi come un “gigante d’argilla”.
Le domande, però, sorgono spontanee: l’introduzione dell’autocertificazione e il sempre più diffuso utilizzo delle nuove tecnologie hanno cambiato qualcosa? La Pubblica Amministrazione è riuscita a inserirsi con efficacia nei meccanismi della nuova società dell’informazione? È stato fatto qualche passo decisivo verso il miglioramento del rapporto cittadino-Stato?
A giudicare dalle statistiche no: il Belpaese non risulta assolutamente all’avanguardia per quanto riguarda l’“e-government”, vale a dire il processo di innovazione tecnologica nelle Pubbliche Amministrazioni. Nonostante quanto annunciato dal “Ministero dell’innovazione tecnologica” (www.mininnovazione.it) e dell’Aipa (Autorità Informatica nella Pubblica Amministrazione, www.aipa.it ) in una classifica stilata di recente e che presenta una graduatoria dei venti governi più evoluti da questo punto di vista, l’Italia non compare nemmeno. La cosa incredibile che si evince da questo studio della statunitense Brown University è che siamo stati superati, tra le altre, dalla Malesia e persino dalla “St. Kitts”, un’isoletta caraibica. Al primo posto di questa particolare “Top 20” – che prende in considerazione l’anno 2001 – figurano gli Stati Uniti.
È veramente così? Cosa possono fare concretamente il cittadino, il contribuente e anche l’automobilista stando comodamente seduti davanti al PC di casa? A queste e ad altre domande cercheremo di dare risposta in queste pagine, segnalando i servizi on-line che possono concretamente migliorare la nostra qualità della vita.
Ci metto la firma!
L’autocertificazione consiste nella facoltà dei cittadini di presentare, in sostituzione delle tradizioni certificazioni formali con tanto di bollo, delle dichiarazioni in carta libera, semplicemente sottoscritte con una firma che non necessità di autenticazione. I funzionari pubblici hanno l’obbligo di accettarle, riservandosi la possibilità di effettuare dei controlli nel caso in cui vi siano dei ragionevoli dubbi sulla veridicità del contenuto. Sono pochi i casi in cui l’autocertificazione non è ammessa: pratiche per contrarre matrimonio, rapporti con l’autorità giudiziaria e atti da trasmettere all’estero. Comunque rappresenta un passo avanti decisivo, soprattutto un duro colpo alle file chilometriche davanti agli sportelli dei comuni e degli uffici pubblici.
Ma come entrano Internet e le nuove tecnologie in tutto questo? Anzitutto per chiarirsi le idee sulle questioni relative all’autocertificazione è bene dare un’occhiata on-line, per scoprire modalità e procedure di presentazione dei certificati. All’indirizzo Web www.comuni.it/autocertificazione è possibile consultare l’elenco di tutti i certificati che si possono presentare con il “fai da te”: dai certificati di nascita e residenza, alla dichiarazione sostitutiva dell’atto di notorietà. Anche all’indirizzo www.funzionepubblica.it/comunicazione/autocertificato troverete delle informazioni interessanti sul mondo delle “scartoffie on-line”.
Su Internet è possibile recuperare, a tal proposito, i certificati già predisposti e pronti per l’uso, da completare solo con i dati personali. 90 pagine di certificati in formato Word si possono scaricare dal sito www.studenti.it, previa registrazione (nel campo ricerca inserite la frase “Legge Bassanini bis”). I moduli dell’autocertificazione, con tanto di compilazione on-line, sono reperibili anche sul sito www.moduli.it, ovviamente nella sezione “Autocertificazione”.
L’autocertificazione on-line
Una procedura di compilazione automatica dei certificati si trova sul sito www.attivitalia.it/servizi/autocertificati.htm: tramite il comodo menu a tendina che trovate nella prima pagina, è possibile selezionare il particolare certificato. Per esempio scegliete “Nascita”.
Sulla destra compare il modulo da compilare. A questo punto occorre inserire i propri dati: nel caso specifico viene chiesto di immettere le informazioni riguardanti i dati del dichiarante, la residenza e le informazioni relative alla nascita. Completata l’operazione, fate clic su “Registra”.
Si aprirà un’altra pagina del browser che contiene il certificato pronto da stampare. A questo punto fate clic su Stampa dal menu File, oppure premete il tasto destro del mouse in qualsiasi punto della pagina e selezionate la voce Stampa dal menu a discesa che appare. Ora non resta che apporre il vostro… autografo.
Tutti alle terme!
Sul sito dell’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale (www.inps.it) si trovano altri moduli precompilati di autocertificazione. Nel menu principale, che trovate nella parte superiore della prima pagina, selezionate la voce “Modulistica”. Nella parte finale della pagina seguente (“Compila e stampa”) si trova un motore di ricerca per recuperare il modello che vi interessa. Avete anche la possibilità di visualizzare l’elenco di tutti i modelli disponibili, sia relativi a prestazioni che contributivi: fate clic su “Elenco di tutti i modelli disponibili”. Se fate clic invece su “Domande / Modelli area prestazioni temporanee” trovate i moduli relativi alla cassa integrazione, agli assegni per il nucleo familiare e un curioso modulo che troverà molto utile la gran parte dei lavoratori: la “Domanda di prestazione cure termali” (un file Excel compresso di 60k – “CT1.zip” – contenente anche la sezione relativa al certificato medico).
Gli e-sattori
Agli italiani piace il fisco telematico. Della serie: se proprio dobbiamo pagare le tasse, almeno facciamolo con computer e modem, con evidente risparmio di tempo. Questo il risultato di un’indagine svolta dal Ministero delle Finanze (www.finanze.it) e pubblicata di recente sulla newsletter dell’“Agenzia delle Entrate”. I contribuenti, lo scorso anno, si sono affidati in gran numero alla dichiarazione dei redditi via Web, grazie a “Unico on-line”.
La presentazione del modello Unico, infatti, può essere espletata via modem: basta collegarsi per tempo al sito http://uniconline.finanze.it, dove esiste la possibilità di richiedere il codice segreto (chiamato “Pincode”): la prime quattro cifre del codice vengono fornite all’atto della registrazione via Web, le restanti sei sono inviate a domicilio via posta tradizionale unitamente alla password (in teoria dopo un paio di settimane). Nella sezione “Abilitazione” vengono richiesti codice fiscale e indirizzo e-mail, che tipo di dichiarazione è stata presentata l’anno prima e il reddito dichiarato.
Una volta ottenuto il codice, è possibile procedere alla presentazione della dichiarazione on-line: occorre prima scaricare l’apposito software “File Internet”, che permette non solo di trasmettere il file ma anche di proteggere i dati e certificarne la provenienza. A tal proposito, sul sito trovate anche le istruzioni per impostare il vostro sistema, in particolare il browser, per l’invio della dichiarazione dei redditi.
Il codice fiscale
Il codice fiscale è lo strumento di identificazione dei contribuenti nei rapporti con il fisco. Uno strumento molto importante, spesso indispensabile anche per usufruire di molti servizi on-line, come per esempio la sottoscrizione di un account di accesso alla Rete. Non sempre però abbiamo a disposizione il tesserino bianco e verde nel momento in cui serve: nessun problema, esistono molti modi per calcolarlo facilmente.
È possibile dotarsi di un software specifico, chiamato “CodFree”: basta scaricarlo gratuitamente all’indirizzo www.algoritmosoftware.com/codfree (le modalità di utilizzo di questo programma sono state descritte nel Passo a passo pubblicato sul numero 42).
Un’altra soluzione è quella di calcolarlo direttamente on-line. Collegatevi al sito www.fiscoetasse.com e, nel menu sulla sinistra della pagina principale, selezionate la voce “Calcola il codice fiscale on-line”. Il passo successivo è quello di inserire i dati anagrafici e il comune di residenza. Un clic su “Calcola” conclude la procedura, restituendo il celebre codice a 16 cifre.
Il duplicato del codice fiscale
È possibile ottenere il duplicato del proprio tesserino del codice fiscale, in caso di smarrimento o furto (comunque dopo aver denunciato l’accaduto alle autorità competenti) in due modi: o indicando il codice fiscale stesso, oppure inserendo i propri dati anagrafici. Basta che vi colleghiate al sito www.finanze.it e, dalla sezione “Servizi” del menu principale, selezioniate la voce “Duplicato del codice fiscale”.
La carta d’identità elettronica
Una delle tappe più interessanti, e concrete, dell’informatizzazione della burocrazia è certamente l’introduzione della carta d’identità elettronica. Garantendo sicurezza, efficacia dei servizi e diffusione (e accettazione) a livello nazionale, questo strumento risulterà prossimamente di uso comune. Il tesserino – un supporto in policarbonato sul quale sono inseriti una banda ottica e un microprocessore leggibile mediante lettori a basso costo – consentirà ai server degli uffici della Pubblica Amministrazione un riconoscimento immediato della tessera e una tempestiva erogazione dei servizi. Una connessione diretta che, a detta degli esperti, dovrebbe garantire un grado di sicurezza pressoché totale. Entro il 2004 tutti i comuni d’Italia dovranno adottare il nuovo documento magnetico. Maggiori informazioni sui siti: www.aipa.it e www.cartaidentita.it.
Le “scartoffie” a quattro ruote
La burocrazia che circonda il mondo delle quattro ruote si riferisce principalmente al bollo dell’auto (in pratica la tassa automobilistica) e all’assicurazione: in quest’ultimo caso la procedura di stipula e pagamento delle polizze variano da una compagnia all’altra; per informazioni concernenti le varie tariffe visitate il sito www.adiconsum.it.
Il Web può aiutarvi a risolvere anche la questione della revisione dell’automobile: sul sito
www.edidomus.it/auto/checkup/revisioni avete la possibilità di verificare quali sono le officine autorizzate della vostra provincia.
Attenzione, poi, a eventuali multe.
Pagare il bollo auto
Vediamo anzitutto com’è possibile pagare il bollo on-line, mediante carta di credito.
Nella pagina principale del sito www.aci.it occorre fare clic sulla frase “È arrivato l’euro: paga il bollo con un clic!”. Nella pagina seguente scegliete la sezione “Pagamento del bollo auto”. È anche possibile accedere a questa pagina solo per conoscere l’importo da pagare: fate clic su “Calcolo del bollo auto” e inserite nella relativa sezione il numero di targa della vettura.
Nella finestra che appare (“ACI- Bollonet”) occorre inserire i dati relativi all’autovettura, in particolare, dal relativo menu a tendina ,scegliete il tipo di veicolo (per esempio “Autovettura”) e inserite il numero di targa. Nella pagina successiva viene indicato l’importo da pagare e il riepilogo dei dati relativi all’autovettura. Controllate quindi che non vi siano errori, quindi premete sul pulsante “Bollonet”.
Infine vi troverete nella pagina del pagamento. Anzitutto occorre indicare i dati della di carta di credito e quelli relativi al proprio indirizzo, per il recapito della ricevuta del pagamento. Completata la compilazione dei vari campi, basta premere sul pulsante “Effettuzione pagamento”.
Stavolta non la pago!
Esistono diverse opportunità per contestare le multe o le contravvenzioni in seguito a una segnalazione di un autovelox, piuttosto che a un banale divieto di sosta. Il sito www.contravvenzioni.com offre, previa registrazione, l’accesso a diversi moduli già impostati per la relativa richiesta alla prefettura della Provincia in cui è stata comminata la sanzione. Per quanto riguarda le contravvenzioni stradali, grazie al ricorso sarà possibile bloccare la sanzione e il riconoscimento di colpa, così da sospendere, almeno in via provvisoria, l’eventuale sospensione della patente di guida.
Dopo esservi collegati al sito Internet, fate clic sul fumetto indicante la voce Registrazione e provvedete a inserire i vostri dati nelle varie caselle corrispondenti; nel riquadro Password inserite una parola segreta a vostro piacere. A questo punto attendete che la conferma della registrazione arrivi all’indirizzo e-mail che avete inserito e fate clic sul relativo link, fornito nel messaggio di conferma.
Tornate sul sito e accedete alla sezione utenti registrati. Inserite il codice che vi è stato dato nella e-mail di conferma e la password che avete scelto al momento della registrazione. Nella colonna di destra, fate clic sul collegamento Modulistica; dal menu a tendina selezionate la voce Contravvenzioni. Come vedrete, è possibile accedere anche ad altri servizi offerti dal sito, come la pagina della autocertificazioni o rubriche di altro tipo.
Alla fine della pagina Web viene finalmente presentata la lista di tutti i moduli disponibili per diversi tipi di ricorso. Scegliete quello più adatto al vostro problema oppure, se non sapete proprio quale scegliere, optate per il ricorso generico motivato. In ogni caso è sempre possibile farsi consigliare dai gestori di “Contravvenzioni.com”.
Il calcolo e il pagamento dell’ICI
ICI sta per “imposta comunale sugli immobili”: è in pratica l’obolo che tutti i proprietari di case o terreni devono versare al proprio comune. L’aliquota di questa imposta varia da comune a comune, ma è possibile calcolarne l’importo on-line. Sul sito www.uau.it occorre selezionare la voce “Calcola ICI”, che si trova nella parte alta della pagina principale. In seguito occorre selezionare la categoria catastale del proprio immobile e inserire i dati funzionali al calcolo, come l’aliquota applicata (calcolata inserendo il nome del comune di appartenenza) detrazioni e via dicendo.
Dallo scorso anno molti comuni italiani hanno aderito all’iniziativa di “Poste Italiane” (www.poste.it) che consente ai cittadini di pagare i bollettini ICI da casa, addebitando l’importo sul proprio contro corrente Banco Posta o con l’utilizzo delle carte di credito.
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