Il metodo PlayBrand®

Corso di personal branding:

– Scusi ma io non uso i social e non voglio comparire online!

– Ah, sei proprio nel posto giusto…

Il workshop “PlayBrand®”, ideato da un formatore aziendale specializzato in LinkedIn con la validazione di un esperto ludo strategist, si articola in una giornata con 11 sfide:

  1. Test personal branding
  2. Self positioning: Model Canvas, P.E.S.O. e P.R.
  3. Visual storytelling
  4. Foto
  5. Employability
  6. Personal mission
  7. Elevator pitch
  8. Valori
  9. Referenze
  10. Personal storytelling
  11. Monitoring: Egosurfing + My Reputation

La gamification

Durante le varie attività si conquistano dei punti, da segnare su un cartellone in formato A3: una matrice dove sulla sinistra si trovano i nomi dei partecipanti e in alto le 11 sfide. Alla fine si stila una classifica.

GLI OBIETTIVI DEL GIOCO-WORKSHOP

  • Scoprire che cos’è, in pratica, il personal branding
  • Lavorare sul posizionamento
  • Ragionare sul proprio modello di business
  • Analizzare la propria impiegabilità
  • Monitorare la reputazione online
  • Sensibilizzare rispetto alla produzione dei contenuti
  • Monitorare, in una seconda fase, la produzione di contenuti

I premi

I primi tre classificati vincono i seguenti premi:

  1. Premio messo a disposizione dall’azienda
  2. Premio messo a disposizione dall’azienda
  3. Copia cartacea del libro “Content is king

NOTA: a tutti i partecipanti sarà fornita copia digitale di un libro del formatore.

Le prove

1. Test sul personal branding

Il quiz sul personal branding prevede le seguenti domande.

1 Che cos’è il personal branding per me?

2 Con quali canali comunico online?

3 Come è la mia immagine (foto) dei profili online?

4 La descrizione del mio lavoro online (per esempio su LinkedIn)…

5 Il mio indirizzo email…

6 Nella mia bio online (per esempio su LinkedIn o Facebook/Instagram) ho inserito delle keyword?

7 Che cosa pubblico online?

8 Come monitoro la mia reputazione online?

9 Se qualcuno mi critica online, che cosa faccio?

10 Dovessi trovare qualcosa che non va online riferito a me (per esempio una critica diffamatoria) che cosa farei?

REGOLE DEL GIOCO: Una volta compilato il quiz, si contano i punti per ogni risposta data:

A: 0 punti

B: 1 punto

C: 2 punti

D: 3 punti

2. Self positioning

Il Business Model Canvas è uno strumento strategico di business design che utilizza il linguaggio visuale per creare e sviluppare modelli di business innovativi, ad alto valore. Ma può risultare anche importante per fare il punto della propria carriera perché permette di ragionare su come un professionista crea, distribuisce e comunicare valore per i propri clienti.

REGOLE DEL GIOCO: I partecipanti devono compilare tutti i campi del Business Model Canvas, seguendo le seguenti indicazioni.

Clienti: qual è il tuo target, a chi sei utile? Possono essere anche il capo o il supervisore.

Valore offerto: quali problemi risolvi al target, quali benefici e valore porti? Non sono le attività chiave.

Canali: in marketing si parla dello schema P.E.S.O. Sono i canali che usa un brand per comunicare e promuoversi: Paid, Earned, Shared e Owned. I canali paid, a pagamento, sono quelli dove occorre investire un budget per arrivare al proprio pubblico. Possono essere digitali o tradizionali: dalle campagne di sponsorizzazione su Facebook e LinkedIn alla pubblicità radiofonica. I canali earned, contrariamente a quanto avviene con quelli paid, sono gratuiti perché la visibilità si acquisisce grazie alle pubbliche relazioni. Per esempio un articolo o un’intervista, ovviamente non a pagamento (i publiredazionali rientrerebbero nella categoria precedente). I canali shared sono i social, dove i fan aiutano la comunicazione del brand condividendone i contenuti. Infine i canali owned, i più importanti, sono quelli proprietari. Per esempio il sito Web (meglio se con tanto di blog incluso).

Relazioni con i clienti: che tipi di relazioni tieni con i clienti (dirette o indirette, automatizzate, digitali o personali e così via). Definisci anche l’obiettivo: acquisire nuovi clienti o conservare quelli esistenti?

Ricavi: come guadagni? Sono pagamenti occasionali o ripetuti? Vendi o affitti? Sei un consulente? Il business è scalabile?

Risorse chiave. Di solito le risorse sono di quattro tipi: umane, materiali, intellettuali (intangibili) o finanziarie. Nel caso del personal business model canvas si possono inserire le skill.

Attività chiave. Cosa vendi, beni o servizi? Sono comprese, per esempio, le attività promozionali, le campagne pubblicitarie, il training e così via. Sono diversi dal valore offerto, qui vi è la mera descrizione delle attività, quindi “corsi di LinkedIn e social selling” e non “aiuto le persone a trovare lavoro e clienti con il social selling”.

Partner chiave. Per lavorare serve appoggiarsi ad altre persone, esternalizzare alcuni servizi. Chi sono queste persone? Possono essere mentori, fornitori, colleghi o altri.

Costi: un elenco degli esborsi principali per la propria attività (beni, formazione, consulenza e così via). Non solo denaro, anche tempo ed energie.

A proposito dei canali EARNED, l’autorevolezza viene data anche dalla vecchia e cara stampa. Conta molto essere ritenuto così autorevole da meritare un’intervista.

REGOLE DEL GIOCO: Il partecipante recupera articoli o link dove è stato intervistato.

3. Visual storytelling

Nell’era della comunicazione social, più emozionale che razionale e più visuale che scritta, occorre raccontare la prima carriera, e la propria professionalità, con le immagini. Foto da inserire nei profili social, per esempio come cover di LinkedIn o Facebook, o da postare sui social.

REGOLE DEL GIOCO: Occorre cercare tre foto che rappresentano la propria carriera ed abbinarle alle attività indicate sui profili social o sul CV.

4. Foto

Esiste uno strumento online per la verifica della foto del proprio profilo: è l’intelligenza artificiale a sancire se va bene oppure no.

Il sistema valuta la foto del volto (per esempio se si sorride), la composizione dell’immagine, lo sfondo e altro ancora. E restituisce un punteggio in centesimi.

REGOLE DEL GIOCO: basta caricare la propria foto profilo grazie al tasto “Analyze my LinkedIn photo”. Il sistema richiede un accesso al profilo, con l’inserimento delle credenziali LinkedIn. I risultati sono immediati.

5. Employability

Per ragionare in modo più completo sul proprio posizionamento si usa una matrice SWOT, che indica punti di forza e debolezza ma anche opportunità e minacce del mercato.

Per esempio nel caso del formatore (Gianluigi Bonanomi) la SWOT potrebbe essere:

  • Punto di forza: Focalizzazione sulla divulgazione del digitale da vent’anni.
  • Punto di debolezza: Troppi temi come LinkedIn, sicurezza, genitorialità e tecnologia.
  • Opportunità del mercato: Grande richiesta di formazione sull’uso del digitale.
  • Minacce del mercato: Molti più formatori rispetto a solo tre anni fa.

REGOLE DEL GIOCO: I partecipanti compilano la propria S.W.O.T.

6. Personal mission

La mission aziendale è una dichiarazione d’intenti, il suo fine ultimo: ciò che la distingue dai competitor e le consente di raggiungere i risultati prestabiliti e la propria vision.

REGOLE DEL GIOCO: Per prendere confidenza con il concetto di posizionamento e value proposition, quindi di mission, il gioco prevede l’uso di carte sulle quali si trovano le caricature di personaggi noti, anche di fantasia. Per esempio:

REGOLE DEL GIOCO: Pescata una carta, l’utente deve definire la mission del personaggio (eventualmente aiutandosi con una ricerca in Rete). Esempio: nel caso di Gandhi sarebbe: “Raggiungere l’indipendenza del popolo indiano con azioni di non-violenza”. In questa frase c’è che cosa fa e per chi, più l’elemento differenziante della non-violenza.

7. Elevator pitch

Nel mondo delle aziende, in particolare delle start-up, si parla di “elevator pitch”: un brevissimo discorso, della durata di un viaggio in ascensore, durante il quale si deve spiegare all’ interlocutore che cosa si fa in modo efficace, tanto da catturarne l’attenzione. In Silicon Valley lo scopo è quello di trovare finanziatori per la propria idea di business. Tu puoi usarlo per trovare opportunità personali.

Scrivere un discorso da 90 secondi o meno che catturi l’attenzione non è facile. Per questo conviene tagliare i convenevoli e omettere le informazioni irrilevanti (o autoreferenziali) e concentrarsi semplicemente su una formuletta che esprima la propria mission:

Perché + Cosa + Come

Questo è il cosiddetto “golden circle” di Simon Sinek:

Mentre il perché rappresenta sostanzialmente i propri valori, che vedremo poi, e il cosa l’elenco di che cosa si fa in pratica per risolvere il problema degli altri, il Come merita un approfondimento. Ai partecipanti viene prima elencata una serie di prodotti, servizi o personaggi che hanno sbaragliato la concorrenza, e si sono resi memorabili, grazie al proprio ingrediente magico.

Tre esempi:

PUFFO PASTICCIERE –> ABILITA’ IN CUCINA

SCARPE GEOX –> SUOLA CHE RESPIRA

CAR GLASS –> SOSTITUZIONE E RIPARAZIONE CRISTALLI AUTO

REGOLE DEL GIOCO: I partecipanti devono scrivere la propria mission al massimo di 1.200 battute (90 secondi) con i tre elementi cosa, chi e come.

8. Valori

Le aziende, oltre a creare mission e vision, spesso condividono una carta dei valori a cui si ispira. Per esempio Coca Cola ha questi valori:

  • Integrità: essere autentici
  • Responsabilità: se voglio che qualcosa succeda, sono io che devo farla succedere
  • Passione: impegnarsi nel cuore e nella mente
  • Diversità: inclusivi come i nostri marchi
  • Qualità: quello che facciamo lo facciamo bene

Anche i singoli professionisti dovrebbero avere ben chiaro qual è un set minimo di valori cui ispirarsi. Alcuni esempi:

Abbondanza. Abilità. Affetto. Affidabilità. Aggressività. Allegria. Altruismo. Ambizione. Amicizia. Amore. Apertura mentale. Appartenenza. Approvazione. Armonia. Astuzia. Autocontrollo. Autostima. Avventura. Bellezza. Calma. Coerenza. Comodità. Compassione. Competenza. Comprensione. Controllo. Cooperazione. Coraggio. Correttezza. Creatività. Credibilità. Curiosità. Determinazione. Devozione. Dignità.

REGOLE DEL GIOCO: I partecipanti devono indicare tre valori cui si ispirano. Poi devono “validarli” trovando altrettanti contenuti online (articolo su un blog, post social, messaggi mail, messaggi vari) dove traspare quel valore. Per esempio se il valore indicato era “perfezionismo” devono trovare un messaggio dove annunciano di voler rifare da capo un lavoro perché non soddisfatti.

9. Le referenze

“Il personal branding è quello che la gente dice di te quando esci dalla stanza”. Questa nota citazione di Jeff Bezos fa il paio con la leva della riprova sociale di Robert Cialdini: le persone tendono a riflettere le azioni altrui nel tentativo di assumere il comportamento corretto per una determinata situazione. Se funziona per le recensioni di TripAdvisor e Booking, vale anche per noi professionisti.

Facciamo un passo ulteriore. Tutti noi stiamo sul mercato perché risolviamo un problema, altrimenti non si capisce perché qualcuno dovrebbe darci dei soldi o assumerci.

In pratica si può trasformare la testimonianza in un “case study” per dimostrare non solo che si è bravi a risolvere i problemi, ma quali sono e come li si affrontano, e con quali risultati. Inoltre chiedere e dare segnalazioni è un ottimo modo per coltivare relazioni.

REGOLE DEL GIOCO: I partecipanti devono scrivere una segnalazione per sé stessi dove raccontano di un problema risolto o di un progetto andato a buon fine.

10. Personal storytelling

Nella propria biografia online quasi tutti usano uno stile cronachistico e piatto per raccontarsi (“ho fatto questo dal 1996 al 2002, poi ho fatto quest’altro fino al 2008…”), raramente si legge qualcosa di piacevole e interessante: quasi mai si trovano delle storie. L’uso di alcuni meccanismi di storytelling può arricchire la propria storia: per esempio l’uso degli archetipi.

L’archetipo è un modello a cui ci si ispira per creare delle storie. Nello storytelling esistono 7 modelli di racconto da cui partire per ideare una nuova narrazione:

  1. vincere sul cattivo;
  2. l’ascesa verso il successo;
  3. la missione/la ricerca;
  4. il viaggio;
  5. la rinascita;
  6. la tragedia;
  7. la commedia.

Per spiegare questi concetti si fanno esempi di film celebri che sfruttano questi archetipi:

Vincere sul cattivo (Bene Vs. Male) –> I promessi sposi, Harry Potter,

Ascesa verso il successo –> The Founder, Rocky

La ricerca –> Il signore degli anelli, Breveheart

Il viaggio –> L’Odissea, Into the wild

La tragedia –> Titanic, Million Dollar Baby

La commedia –> Amici miei, Zoolander

Solitamente gli schemi più facili da applicare nei racconti business, e nel proprio profilo LinkedIn in particolare, sono quelli della story mountain o del viaggio dell’eroe, che richiama due archetipi: bene Vs. male e ascesa verso il successo.

REGOLE DEL GIOCO: Il partecipante deve compilare la cosiddetta “Story mountain”:

In pratica deve raccontare la sua storia come un’avventura, semplificando con tre momenti sostanziali: situazione iniziale, sfida, happy end. Si chiede al partecipante di individuare principalmente gli ostacoli, i problemi superati: il drago che ha dovuto uccidere!

Per esempio: una crisi di settore, un progetto apparentemente impossibile da portare a termine (per mancanza di tempo, risorse o collaboratori), un cambio radicale della propria carriera, una fusione o acquisizione, una cessione di ramo d’azienda o altro.

11. Monitoring

Il monitoraggio della propria reputazione digitale è fondamentale, e deve essere costante. L’attività di monitoring più semplice è chiamata “ego-surfing”, da ego (latino, io) e surfing (inglese, navigazione), in pratica cercare sé stessi online.

REGOLE DEL GIOCO: I partecipanti si cercano in Rete con browser in modalità anonima.

FASE 2 – ONLINE

Per favorire la creazione/condivisione di contenuti dei dipendenti di un’azienda, utili in ottica posizionamento, è previsto un percorso che prevede pungoli, incentivi e premi per creare e condividere post, articoli e video successivamente al corso. Il periodo minimo di sperimentazione è di 6 mesi.

Testimonianze

testimonianza metodo playbrand

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Il corso PlayBrand in aula

Il corso PlayBrand è organizzato anche dalla Fastweb Digital Academy